Connect with us

Economia

La formazione di qualità: le opportunità per le aziende

Paolo Castiglia

Pubblicato

il

Intervista al presidente dell’Istituto Europeo Terzo Millennio, dott. Andrea Pizzicaroli

 

Dott. Pizzicaroli, ci delinea il rapporto tra formazione delle risorse umane e Fondi Interprofessionali?
Formare le risorse umane non è un lavoro come tanti. E’ un’esperienza di grande responsabilità che, se condotta in modo professionale, permette di far crescere se stessi e gli altri.
Il rispetto per il tempo di chi ascolta nelle nostre docenze è alla base di tutto il percorso professionale. Rispettare il tempo di chi ci ascolta pregiudica un’accurata selezione di ciò che diciamo ed un’attenta scrematura dei contenuti, che debbono essere utili agli interlocutori che necessitano di apprendere concetti e procedure in modo semplice ed efficace.
Le aziende hanno opportunità di formare i propri dipendenti attraverso i fondi interprofessionali ed i contributi che le Regioni e, solo in alcuni casi, i Ministeri, mettono a disposizione attraverso bandi ed avvisi pubblici.
Nel 2003, con l’istituzione dei primi dieci Fondi Paritetici Interprofessionali, si realizza quanto previsto dalla legge 388 del 2000, che consente alle imprese di destinare la quota dello 0,30% dei contributi versati all’INPS (il cosiddetto “contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria”) alla formazione dei propri dipendenti. I datori di lavoro hanno la possibilità di chiedere all’INPS di trasferire il contributo ad uno dei Fondi Paritetici Interprofessionali, che provvederà a finanziare le attività formative per i lavoratori delle imprese aderenti. La dotazione del fondo è quindi costituita dall’accantonamento dello 0,30% della massa salariale, precedentemente versato all’INPS.
Le imprese dunque decidono l’adesione ad un Fondo per conto dei loro singoli Lavoratori; la effettuano attraverso il modello di denuncia contributiva DM 10/2 dell’INPS, utilizzato di norma ogni mese, compilando gli appositi spazi dei quadri B – C con la dicitura “Adesione Fondo” ed inserendo il codice INPS del Fondo cui vogliono aderire e il numero dei dipendenti interessati.
Il codice inps del fondo è indicato con un acronimo attraverso il quale l’importo viene direttamente stornato al fondo di appartenenza. Gli effetti finanziari e contributivi si produrranno con effetto dal 1° Gennaio dell’anno successivo al quale si è iniziato a versare i contributi.
I Consigli di Amministrazione dei Fondi Paritetici Interprofessionali Nazionali per la Formazione Continua nel corso di riunioni a scadenza regolare deliberano le approvazioni di AVVISI aventi ad oggetto il finanziamento di attività di formazione continua la cui dotazione economica ammonta ad importi variabili in base alla capacità economica del fondo stesso.
Si accede a tali fondi – previo consenso delle Parti Sociali costituenti il Fondo -, a scadenze programmate (sportelli).
Una parte dei fondi accantonati dall’azienda, denominata “conto formazione”, è invece di disponibilità diretta dell’azienda e rappresenta una sorta di “salvadanaio” in cui accantona budget da spendere per erogare formazione a tutti o a parte dei suoi dipendenti.
Tale budget è ovviamente più o meno cospicuo proporzionalmente al numero dei dipendenti e va speso entro tre anni dall’inizio del suo accantonamento.
Chi si occupa di formazione finanziata trova una grande opportunità nelle risorse dei Fondi Interprofessionali. La costituzione e l’avvio dei fondi interprofessionali è per l’Italia una novità di rilievo: per la prima volta un numero significativo di risorse pubbliche vengono affidate alle parti sociali, nella loro versione bilaterale che, integrandosi con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e delle Regioni, sono chiamate a gestire il nuovo sistema per la formazione continua.
La natura associativa dei fondi fa si che possano essere promossi dalle organizzazioni di rappresentanza delle Parti Sociali attraverso specifici Accordi Interconfederali stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale.
Tutti i fondi pongono una particolare attenzione ai progetti formativi che sono supportati dall’accordo sindacale, a questo proposito è opportuno sapere che gli accordi sindacali, ai vari livelli, hanno validità solo se firmati dalle organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto l’accordo di costituzione del fondo di riferimento.
Saranno le parti stesse a definire a quale livello (aziendale, territoriale, regionale o nazionale) è allocata la competenza di sottoscrizione degli accordi.

Quali le opportunità per le società di formazione?
Sin dal 2004 le società di formazione hanno compreso le opportunità di business che si trovavano dietro i fondi interprofessionali. La prima mossa è stata quella di contattare le aziende proponendo la consulenza per aderire al fondo, scrivere il progetto formativo ed erogare i servizi formativi. Negli anni successivi le società di formazione hanno letteralmente “mappato” il territorio conquistando posizioni nelle aziende più grandi, con più dipendenti e quindi con più budget da accantonare.
Una gara virtuosa che permette a chi lavora bene di guadagnare il giusto garantendosi anche una piccola rendita per gli anni successivi fidelizzando l’azienda a versare sempre in un fondo e ad utilizzare l’ente di formazione come consulente nelle procedure e come erogatore dei servizi. In realtà l’azienda potrebbe fare a meno di appoggiarsi ad un ente di formazione dall’inizio del processo, limitandosi così a mettere in gara più società di formazioni nell’offerta dei servizi da erogare per i propri dipendenti fornendo già un elenco dei corsi di cui necessita e chiedendo preventivi e proposte di erogazione di docenze. Tale fenomeno sta avvenendo nei casi delle grandi società che, coscienti delle proprie potenzialità, sanno di essere molto appetibili sia per il fondo che sceglieranno, sia per le società di formazione.
Una situazione siffatta permette di giocare in un mercato aperto, con al centro l’azienda, in cui ogni attore deve sforzarsi di eccellere per non essere sostituito. Infatti l’azienda stessa, in qualunque momento, può decidere di cambiare fondo portando con sé nel nuovo fondo il budget accantonato sino a quel momento nel fondo che sta abbandonando.

Quali sono i soggetti abilitati ad erogare la formazione?
Il beneficiario del processo deve essere sempre il dipendente che riceve la formazione; l’azienda ha un ruolo determinante ma non può fare tutto da sola, deve affidare i servizi formativi a chi ritiene idoneo e professionalmente utile alla crescita dei propri dipendenti selezionando un’offerta formativa adeguata ed un ente che si avvalga di formatori adeguati e preparati.
Possono erogare la formazione i soggetti appartenenti ad una delle quattro categorie che seguono:
a) università, pubbliche o private, o strutture ad esse collegate;
b) soggetti accreditati per lo svolgimento di attività di formazione finanziata presso una delle regioni italiane,
c) soggetti accreditati presso i fondi, secondo il Regolamento stesso;
d) soggetti in possesso della certificazione di qualità in base alla norma Uni En Iso 9001:2000 settore EA 37

Quali sono i criteri ispiratori dei fondi?
– Promuovere e finanziare piani formativi aziendali, territoriali o settoriali, concordati tra le parti sociali;
– Promuovere e finanziare attività di sostegno ai piani per la formazione continua;
– Promuovere e finanziare attività di qualificazione e di riqualificazione per le figure professionali di specifico interesse del settore produttivo, nonché per lavoratori a rischio di esclusione dal mercato del lavoro;
– Promuovere e finanziare anche azioni individuali di formazione continua dei lavoratori dipendenti
– Promuovere interventi di formazione continua sull’igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro per gli aspetti non disciplinati e finanziati dalle specifiche disposizioni in materia.

Chi sono i destinatari della formazione?
I destinatari dell’attività formativa sono i lavoratori e le lavoratrici delle imprese tenute a versare il contributo di cui all’art. 12 della legge n. 160/1975, così come modificato dall’art. 25 della legge quadro sulla formazione professionale n. 845/1978 e successive modificazioni. Sono da considerarsi come imprese tutti i datori di lavoro che versano i contributi contro la disoccupazione involontaria.

Chi può aderire ai fondi?
Possono aderire ad un fondo i datori di lavoro che versano i contributi contro la disoccupazione involontaria e che applicano integralmente i contratti collettivi di riferimento. Nel caso di gruppo di imprese, la Società capogruppo, esclusivamente per i propri lavoratori e lavoratrici, o per quelli del Gruppo ovvero una delle società costituenti il gruppo.
Possono altresì aderire consorzi di imprese costituite ai sensi dell’art. 2602 del codice civile, per i propri lavoratori e lavoratrici o per quelle delle aziende consorziate.

Quali sono i criteri di finanziamento per i piani formativi?
Le imprese che presentano i piani debbono cofinanziarli, in quanto gli interventi di formazione continua, da realizzare nel quadro dei bandi dei fondi, si configurano come aiuti di Stato e devono quindi rispettare le normative comunitarie in materia.
Per co-finanziamento s’intende che la formazione dovrà avvenire in orario di lavoro, fatto salvo per gli stagionali che potrà effettuarsi anche prima o alla scadenza del periodo di lavoro. Altra forma di co-finanziamento può essere la messa a disposizione di strutture aziendali e/o di esperti aziendali.
I fondi finanziano progetti di formazione generale e di formazione specifica.
Per «formazione generale», ai sensi del Regolamento 68/01, s’intende la formazione che comporta insegnamenti non applicabili esclusivamente o prevalentemente alla posizione, attuale o futura, occupata dal dipendente presso l’impresa beneficiaria, ma che fornisca conoscenze professionali ampiamente trasferibili ad altre imprese o settori di occupazione e che pertanto migliori in modo significativo la possibilità di collocamento del dipendente.
La formazione è «generale» se, per esempio:
1) è organizzata congiuntamente da diverse imprese indipendenti ovvero ne possono beneficiare i dipendenti di diverse imprese,
2) è riconosciuta, certificata e convalidata dalle autorità o dagli organismi pubblici o da altri organismi e istituzioni ai quali gli Stati membri o la Comunità abbiano attribuito competenza in materia.
Per «formazione specifica», ai sensi del Regolamento 68/01, s’intende la formazione che comporta insegnamenti direttamente e prevalentemente applicabili alla posizione, attuale o futura, occupata dal dipendente presso l’impresa beneficiaria e che fornisca professionalità che non siano trasferibili ad altre imprese o settori di occupazione, o che lo siano solo limitatamente.
Tutti i fondi nei bandi, o avvisi, parlano di piccole, piccolissime e medie imprese. Ai sensi della nuova Raccomandazione della Unione Europea, con tali termini s’intendono:
Imprese di media dimensione quelle che hanno:
a) un numero inferiore a 250 dipendenti;
b) un fatturato annuale minore o pari a 50 milioni di euro (era di 40 milioni nel 1996);
c) un totale di bilancio che non supera i 43 milioni di euro ( era di 27 milioni nel 1996).

Imprese di piccole dimensioni quelle che hanno:

a) meno di 50 dipendenti;
b) un fatturato minore o pari a 10 milioni di euro (era 7 milioni nel 1996);
c) un totale di bilancio sempre di 10 milioni (era di 5 milioni nel 1996).

Imprese di piccolissime dimensioni quelle che hanno:
a)meno di 10 dipendenti,
b) un fatturato inferiore o pari a 2 milioni di euro (cifra in passato non definita),
c) la stessa cifra indicata anche per il totale di bilancio annuale

Quali sono i principali fondi interprofessionali?
For.Te: www.fondoforte.it
Fondo paritetico interprofessionale nazionale nato a seguito dell’accordo interconfederale del 25 luglio 2001 tra Confcommercio, Abi, Ania, Confetra, e Cgil, Cisl, Uil. Si occupa di erogare formazione continua per le imprese del settore Terziario ed è riconosciuto dal Ministero del Lavoro con decreto del 31 ottobre 2002. I piani formativi mirano al consolidamento e allo sviluppo delle competenze dei lavoratori/lavoratrici per rispondere alle esigenze di adattabilità e capacità competitiva delle imprese nei rami del Commercio-Turismo-Servizi, Creditizio-Finanziario, Assicurativo e della Logistica-Spedizioni-Trasporti.
Fondimpresa: www.fondimpresa.it
Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua nasce dall’accordo di Confindustria e Cgil, Cisl, Uil e viene riconosciuto con decreto ministeriale del 28 novembre 2002. Fondimpresa accompagna le aziende che richiedono all’Inps di trasferire al Fondo il proprio contributo dello 0,30% ad investire nella formazione attraverso una semplificazione delle procedure di progettazione, realizzazione e gestione dei piani.Obiettivo del Fondo è migliorare la competitività delle imprese e potenziare le competenze dei lavoratori, con particolare attenzione agli interventi in materia di salute e sicurezza.
Fon.Ter: www.fonter.it
Il “Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la Formazione Continua del Terziario” si trova a Roma in Via Nazionale 60 e nasce a seguito dell’accordo tra l’organizzazione datoriale Confersercenti e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil siglato il 22 luglio 2002.
Fon.Ter è un’ Associazione (Art. 36 c.c.) senza fini di lucro che si occupa di assistere le imprese del settore terziario e i loro dipendenti, garantendo piani formativi finalizzati alla qualificazione professionale, allo sviluppo occupazionale e alla competitività imprenditoriale.
Fondo professioni: www.fondoprofessioni.it
E’ il Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua negli studi professionali e nelle aziende collegate, nato dall’ accordo tra Consilp-Confprofessioni, Confedertecnica, Cipa e Cgil, Cisl, Uil che è stato siglato il 7 novembre 2003. Il Fondo è riconosciuto dal Ministero del Lavoro con decreto 408/03 del 29 dicembre 2003 e risponde in maniera adeguata alle esigenze di occupabilità e competitività delle aziende e dei loro dipendenti.
Fon.Coop: www.foncoop.coop
E’ il Fondo della cooperazione senza fini di lucro che interviene a favore delle imprese operanti nel settore cooperativo, nonché dei relativi dipendenti e soci lavoratori, ispirandosi alla qualificazione professionale, allo sviluppo occupazionale e alla competitività imprenditoriale facenti capo ai contratti collettivi sottoscritti.
Fondir: www.fondir.it
E’ il Fondo interprofessionale per la formazione continua riconosciuto dal Ministero del Lavoro, con decreto del 6 marzo del 2003 e nato dall’accordo tra Confcommercio, Abi, Ania, Confetra, Manageritalia, Federdirigenticredito, Fidia e Sinfub. Il Fondo, secondo quanto prescritto dall’articolo 118 della legge 388/00, si occupa di promuovere e finanziare piani formativi rivolti ai dirigenti delle imprese del settore del terziario.
Fon.ar.com.: www.fonarcom.it
Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la Formazione Continua nei settori economici del terziario e dell’artigianato e piccole e medie imprese, nasce a seguito dell’Accordo tra l’organizzazione datoriale C.I.F.A. (Confederazione Italiana Federazioni Autonome) e l’organizzazione sindacale CONF.S.A.L. (Confederazione Generale dei Sindacati Autonomi dei Lavoratori) siglato il 6 Dicembre 2005.
Il Fondo, autorizzato ad operare dal Ministero del Lavoro il 6 Marzo 2006 con Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali numero 40/V/06, si occupa di favorire la formazione continua dei lavoratori Inoltre la Direzione Centrale delle Entrate Contributive dell’INPS con messaggio n. 10345 del 4 aprile 2006 ha conferito il Codice di adesione al Fondo con l’acronimo “FARC”.

Il Fondo Banche e Assicurazioni: www.fondofba.it
Il Fondo Banche Assicurazioni nasce nel luglio del 2008 grazie alla sottoscrizione di ABI, ANIA, CGIL, CISL e UIL. Il Fondo Banche Assicurazioni conta oltre 745 Associati tra i quali si annoverano i maggiori gruppi creditizi ed assicurativi italiani. Si tratta di un Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la Formazione Continua nei Settori del Credito e della Assicurazioni ed il suo obiettivo è quello di finanziare, promuovere e divulgare la formazione continua nel settore creditizio ed assicurativo e garantendo processi formativi trasversali: quali la salute e la sicurezza sul lavoro, la formazione del personale Over 45, le Pari Opportunità e la Responsabilità Sociale dell’Impresa.

Vicedirettore di Foritalynews, giornalista professionista, docente di giornalismo all’Università Roma Tre. Autore del libro "Giornalismo come e perché. Dalla 5 w all'inchiesta" (Aracne editore), tra le esperienze precedenti, dal 2006 al 2016, ha lavorato per il quotidiano Il Sole 24 ORE, per il quale ha seguito l’economia dei trasporti per la redazione di Roma.

Continua la lettura
Clicca per commentare

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Economia

Greenthesis: “Stimolare l’innovazione circolare coinvolgendo Startup e PMI”

Il Gruppo, insieme a Circular Economy Lab, lancia “Call4Circular – Innovation for Environmental Services”, progetto di open innovation per i servizi ambientali

Paolo Castiglia

Pubblicato

il

Greenthesis S.p.A. comunica che è giunto alla fase finale il progetto di circular open innovation denominato “Call4Circular – Innovation for Environmental Services”, volto a scoprire e sostenere soluzioni innovative dedicate ad accrescere la sostenibilità nei servizi ambientali.

Tale progetto, sviluppato in partnership con il Circular Economy Lab – iniziativa congiunta di Cariplo Factory e del Centro per l’innovazione di Intesa Sanpaolo – è nato con l’obiettivo di stimolare l’ecosistema dell’innovazione circolare tramite il coinvolgimento diretto di imprenditori, startup e PMI, italiane e internazionali, a cui è stato chiesto di proporre idee e soluzioni tecnologiche all’avanguardia capaci, da un lato, di abilitare nuovi approcci e sinergie nei servizi ambientali, dall’altro, di accelerare la transizione verso modelli di business sempre più sostenibili.

Con ben 111 candidature provenienti da vari Paesi, “Call4Circular” ha attratto progetti all’interno di quattro macro- aree chiave preliminarmente identificate da Greenthesis:

1. Material Recovery: soluzioni per il recupero di materiali critici, quali, ad esempio, plastiche difficili da riciclare e biomasse;

2. Water: innovazioni per la gestione delle risorse idriche e il trattamento degli inquinanti;

3. Energy & Environment: iniziative per la produzione di energia pulita e la riduzione dell’impatto ambientale;

4. AI & Digital: tecnologie di intelligenza artificiale e digitalizzazione per ottimizzare le risorse e migliorare l’efficienza dei processi operativi.

Nella fase di scouting e valutazione sono state analizzate tutte le candidature ricevute al fine di poter individuare le idee e le soluzioni di maggior interesse. Il più ristretto numero di realtà così selezionate a valle di questo primo approfondito screening è stato quindi invitato al Selection Day tenutosi lo scorso 28 ottobre, un evento nel corso del quale tali startup e PMI hanno potuto illustrare e dettagliare ulteriormente le rispettive proposte di possibili sinergie tecnologiche, commerciali e imprenditoriali potenzialmente sviluppabili con il Gruppo Greenthesis.

Simona Grossi, CEO di Greenthesis S.p.A., ha dichiarato: “Greenthesis è da anni proiettata verso l’innovazione tecnologica con un business model fondato sui principi della sostenibilità. La Call4Circular rappresenta per noi un’importante occasione per identificare e sostenere soluzioni all’avanguardia che possano ridurre i rischi e valorizzare le opportunità offerte dalle sfide ambientali, sociali e di mercato, in una logica di crescita responsabile e duratura”.

Vincenzo Cimini, Direttore Generale e CFO del Gruppo Greenthesis, ha aggiunto: “Greenthesis declina le proprie decisioni di sviluppo su tre dimensioni fondamentali: economica, sociale e ambientale, il tutto con l’obiettivo di creare valore condiviso per i nostri stakeholder. Progetti come Call4Circular, teso a scovare i nuovi talenti della Green Economy, non solo rafforzano il nostro know-how tecnologico, ma ci aiutano a consolidare la nostra posizione di leader nella gestione sostenibile dei rifiuti e nella transizione verso l’economia circolare”.

Continua la lettura

Economia

A rischio la Farmacia dei servizi in Toscana

Federfarma Arezzo – Grosseto – Siena: L’inerzia della Regione Toscana mette fortemente a rischio la sua realizzazione

Paolo Castiglia

Pubblicato

il

La piena attuazione della Farmacia dei Servizi nella Regione Toscana è fortemente a rischio. Il cronoprogramma sulla sperimentazione dei servizi, stilato e deliberato dalla Regione, non è infatti sufficiente a garantire la reale applicazione operativa delle Farmacie. A lanciare l’allarme le Associazioni dei titolari di Farmacia Privata delle Province di Arezzo, Grosseto e Siena, rispettivamente con i Presidenti Roberto Giotti, Alfredo Discepoli e Maria Elena Franceschini.

“Una sterile e insufficiente proposta autoreferenziale della Regione – spiegano i presidenti Federfarma – e una sorta di ‘contentino’ per le Farmacie, che cerca nei suoi limiti amministrativi di recuperare credibilità e tempi sull’intera tralasciata questione della sperimentazione dei servizi”.I farmacisti del territorio della Regione Toscana hanno ribadito più volte, sia nelle sedi istituzionali che nei dibattiti congressuali, “la necessità di un rapido via libera alla sperimentazione e convenzionamento della farmacia dei servizi, consci dell’importanza che riveste nel rapporto tra Cittadini e Sanità. L’elaborato presentato della Regione dimostra invece la mancanza di comprensione di questa importanza”. “Con la loro rete capillare – spiegano – le Farmacie rappresentano l’avamposto indispensabile ed insostituibile del Sistema Sanitario, dove si può costruire la fiducia tra Cittadino e Sanità. Non solo luogo di dispensazione dei farmaci ma luogo prossimale anche di dispensazione di servizi. Un centro utile non solo al cittadino in termini di risparmi sociali di tempo e denaro ma anche per l’intero SSN. Dispensare in modo agevole e prossimale nelle Farmacie prestazioni analitiche di prima istanza e servizi di Telemedicina (Holter pressorio, Holter cardiaco, ECG, Spirometria), e servizi di monitoraggio di aderenza alla terapia farmacologica per pazienti cronici di ipertensione, diabete e BPCO in coerenza con le indicazioni ministeriali, così come la somministrazione di vaccini, tamponi e screening, già in atto, permetterebbe infatti anche di ridurre il disagio delle liste di attesa dell’Assistenza Sanitaria e un sicuro risparmio da parte del SSR come già sta avvenendo da qualche tempo in altre Regioni dove sono stati già strutturati e convenzionati tali Servizi (ad esempio: Lombardia – Piemonte – Liguria – Marche – Calabria – Puglia – Campania)”.

La Regione Toscana si era impegnata già da tempo, più volte, con dichiarazioni del Presidente Giani, a dare pieno sostegno, in tempi brevi e certi, alla realizzazione della Farmacia dei Servizi, tenendo conto anche della disponibilità finanziaria, ma l’attuale cronoprogramma presentato e deliberato a settembre non può che far presagire che gli impegni presi verranno disattesi. Il cronoprogramma è inoltre del tutto in contrasto con il D.L. 23 maggio 2022 n°77, che individua, nell’ambito degli obiettivi del PNRR, i modelli e gli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel SSN, che vedeva proprio nelle Farmacie convenzionate con il SSN presidi sanitari di prossimità ed elemento fondamentale ed integrante del Servizio sanitario nazionale.

Sono diversi gli ostacoli posti alla sperimentazione della Farmacia dei Servizi in Toscana, da quelli politici a quelli burocratici, organizzativi e informatici, come il mancato avvio delle procedure necessarie, nonché quelli riguardanti le normative restrittive in particolare sulle criticità presentate dalla legislazione sulla privacy, risolti in altre Regioni, passando per l’inadeguatezza dei servizi proposti perché le attuali delibere regionali non coprono tutti i servizi previsti dalla normativa Nazionale, come detto, la Telemedicina e le presa in carico dei pazienti con malattie croniche e Fascicolo Sanitario Elettronico.

“È veramente poca cosa il deliberato – spiegano ancora – anche perché non si capisce in cosa consista praticamente e professionalmente per il farmacista l’ipotetico servizio “progetto per favorire la corretta adesione alle terapie farmacologiche per pazienti affetti da diabete (di tipo 1 e 2) e per i pazienti affetti da asma” al posto dei “servizi cognitivi obbligatori di monitoraggio di aderenza alla terapia farmacologica di ipertensione, diabete, BPCO e riconciliazione/ricognizione di tale terapia farmacologica in coerenza con le indicazioni ministeriali” da inserire obbligatoriamente nei cronoprogrammi regionali. Un “surrogato insufficiente” di quello che dovrebbe essere la realizzazione mediante specifico relativo Accordo Regionale di un servizio cognitivo della prevista “effettiva e reale presa in carico di tali pazienti” secondo schemi concordati ben precisi ed il supporto essenziale di sistemi informatici tipo “Dottorfarma-Federfarma” e di un sistema informatico regionale specifico dedicato e collaudato per la corretta gestione dei relativi dati, anche con la effettiva collaborazione e collegamento con i MMG, nonché per tutte le fasi di attuazione del Progetto di formazione alle Farmacie, arruolamento dei pazienti, registrazione informatica dati pazienti e relativi dati terapeutici. “Solo con un buono e fattivo Accordo Sindacale – si augurano in conclusione i Presidenti – si potrebbe sufficientemente e possibilmente correggere, in tempi ormai strettissimi, la sperimentazione dei servizi attivati nel suo complesso realmente e positivamente da quasi tutte le altre Regioni, la cui conclusione è fra l’altro attualmente prevista per il 31/12/2024, termine perentorio entro il quale dovranno essere spesi obbligatoriamente i finanziamenti ministeriali già assegnati per la sperimentazione dei Servizi alla Regione Toscana”, risorse che possono essere impiegate solo ed esclusivamente per le attività sperimentali descritte nelle linee guida adattate dalla Conferenza Stato-Regioni del 2019, cosiddetto ‘Vincolo assoluto di destinazione’.

Continua la lettura

Attualità

Tema Vita, mutua di Banca Tema: torna la campagna salute per consentire a tutti l’accesso alla cura

Redazione Foritalynews

Pubblicato

il

A quattro anni dal lancio della prima campagna salute di Tema Vita, la mutua di cui Banca Tema è socio sostenitore, non solo conferma l’iniziativa anche per il 2024, ma la amplia per rendere sempre più semplice a tutti coloro che ne abbiano bisogno, l’accesso alle cure. Esami di laboratorio, diagnostica, visite specialistiche, cure fisioterapiche e da quest’anno anche certificazioni per sport o altro, allargando inoltre il plafond cui possono accedere i figli minorenni dei soci. La campagna prevede rimborsi variabili tra il 40 e il 50% dell’importo.

Un quadro chiaro della situazione della sanità pubblica italiana emerge dall’ultimo rapporto della Fondazione Gimbe, diffuso nei giorni scorsi, poco prima del G7 della sanità. Dal rapporto risulta che la spesa degli Italiani per sanità privata è aumentata del 10% nell’ultimo anno e che la spesa sanitaria italiana è molto più bassa dal 2012 al 2023 rispetto alla media Ue. La possibilità di fare prevenzione o controlli è, dunque, fondamentale.“In un simile scenario – sottolinea il presidente di Tema Vita Massimo Barbini – il rischio è che si creino disparità sociali nelle possibilità di accesso alla cura e alla prevenzione perché non tutti possono permettersi di pagare di tasca propria, tanto che dal rapporto Gimbe emerge che 4,5 milioni di persone in Italia, di fatto rinuncia alle cure. Con la nostra campagna intendiamo intervenire proprio per evitare sempre più che questo accada, anzi vogliamo semplificare l’accesso alle cure ed è per questo che abbiamo deciso che tutti devono poter accedere ai nostri sconti e rimborsi e chi non è ancora socio può diventarlo contestualmente, ad un costo veramente contenuto. Inoltre è possibile usufruire della prestazione medica sia in centri convenzionati che non, sia pubblici che privati.”

Nel dettaglio, la campagna che ha preso il via il 14 ottobre e sarà valida fino al 16 dicembre 2024, prevede che i soci che aderiranno, potranno usufruire di uno sconto variabile tra il 40 e il 50%: sarà del 40% se la domanda verrà presentata su modello cartaceo; lo sconto sarà invece del 50% se la domanda verrà presentata tramite l’accesso all’area riservata ai soci sul sito web www.temavita.it o sull’App TEMA Vita e tramite il canale BCC Mutuality Service. Nel caso poi di utilizzo di strutture o medici specialisti convenzionati, il risparmio per il Socio può arrivare fino al 60% grazie allo sconto praticato direttamente dalla struttura convenzionata.

Continua la lettura
Advertisement

Facebook

Tweets

Siti partner

I più letti