Religioni
Click to Pray, un’app per sconfiggere la “globalizzazione dell’indifferenza”
Presentata a Roma la versione italiana dell’app di preghiera per il Papa
Padre Lombardi:«Quest’app è uno strumento per contribuire al bene in questo mondo complicato»
Presentata a Roma nella Sala Assunta della Chiesa del Gesù, in via degli Astalli 17, la versione italiana dell’app Click to Pray…
Presentata a Roma nella Sala Assunta della Chiesa del Gesù, in via degli Astalli 17, la versione italiana dell’app Click to Pray, la piattaforma di preghiera che permette alle persone, ovunque si trovino, di unire le loro intenzioni con quelle del Papa in modo facile e veloce ogni giorno.
Presentata a Papa Francesco nell’agosto del 2015, è promossa dalla Rete Mondiale di Preghiera del Papa – con la sezione per i giovani Movimento Eucaristico Giovanile (MEG) – e sviluppata grazie al supporto dell’agenzia di comunicazione La Machi di Barcellona. Presente in tutti i social, è stata diffusa dapprima in inglese, spagnolo, portoghese e francese, per poi arrivare anche alla versione italiana, illustrata alla presenza di Padre Federico Lombardi, ex Direttore della Sala Stampa Vaticana.
«Siamo capaci con gli strumenti della tecnologia di contribuire al bene, nella battaglia tra il bene ed il male che ci coinvolge tutti? – si è chiesto Padre Lombardi – Occorre guardare alle opportunità positive che la rete e gli strumenti della comunicazione sociale ci offrono. Quest’app, è uno strumento, un’arma, che aiuta a far progredire questo mondo complicato aiutando a farci trovare Dio sulle autostrade digitali che continuamente percorriamo».
«Si tratta di una rete di preghiera a cui contribuiscono i fedeli di tutto il mondo – ha chiarito Padre Frédéric Fornos, Direttore Internazionale della Rete Mondiale di Preghiera per il Papa – soprattutto gli ultimi, i semplici, i poveri. È una rete invisibile fatta da persone che non attirano i media ma la cui preghiera è essenziale per la missione della Chiesa». In pratica l’app Click to Pray, invia agli iscritti le notifiche in tre momenti della giornate: mattino, pomeriggio e sera, promuovendo, così, una preghiera di offerta quotidiana, un esame di coscienza serale e l’unità con il Papa. Oggi, più di 35 milioni di persone fanno parte della Rete Mondiale di Preghiera per il Papa, che ha uffici nazionali in tutto il mondo e che utilizza Click to Pray per aiutare i fedeli a pregare per le intenzioni della Chiesa con un impatto globale e per «uscire dall’indifferenza ed aprirci alla cultura dell’incontro».
«È una piattaforma destinata a tutti, ma soprattutto ai giovani» ha detto Padre Alessandro Piazzesi, Direttore Nazionale della Rete Mondiale di Preghiera per il Papa, che la definisce come «il moderno suono delle campane che, un tempo, suonavano a mezzogiorno per ricordare a tutti di pregare l’Angelus». In fondo, ha ribadito, Click to Pray non è altro che l’evoluzione di quel “Signore dove abiti? Venite e vedrete” del Vangelo.
«L’obiettivo primario – ha specificato Padre Andrea Picciau, Responsabile Nazionale del MEG – è duplice: aiutare i ragazzi a seguire Gesù e ad assumere il Suo stile e i Suoi criteri di vita». «La preghiera, non è altro che lo strumento per costruire questa relazione. Insegniamo, così, ai ragazzi, la cosa più importante, facendolo attraverso lo stile Ignaziano». Lo scopo, ha sottolineato, è anche quello di creare una comunità perché i giovani abbiano dei punti di riferimento e si sentano parte di qualcosa di più grande di loro. «Si tratta, in fondo, di entrare nel mondo dei ragazzi, di essere testimoni, di guidarli attraverso gli strumenti che usano quotidianamente, i social».
La prima versione di Click to Pray è stata lanciata nel 2014 in portogallo e ha immediatamente dato vita ad una comunità di utenti di 87mila persone in 138 paesi preparando il terreno per la globalizzazione dl progetto. Oggi la comunità è notevolmente cresciuta arrivando a superare le 775mila persone di 226 nazioni. A settembre verrà lanciata una versione in cinese e poi in vietnamita.
Religioni
Nominato il nuovo Rettore alla Pontificia Università della Santa Croce
Si tratta del rev. prof. Fernando Puig, attualmente Decano della Facoltà di Diritto Canonico
Entrerà in carica l’1 ottobre 2024, con l’inizio dell’Anno accademico, il rev. prof. Fernando Puig come nuovo Rettore della Pontificia Università della Santa Croce di cui quest’anno ricorre il 40º anniversario della fondazione. Subentra al rev. prof. Luis Navarro che, dopo otto anni di mandato, in quella stessa data andrà in pensione, incorporato alla Santa Croce nel 1986.
Il rev. Fernando Puig è nato a Terrassa, in Spagna, nel 1968, ed è sacerdote incardinato nella Prelatura della Santa Croce e Opus Dei dal 2004. Professore ordinario di Diritto dell’Organizzazione e del Governo della Chiesa presso la Facoltà di Diritto Canonico è Dottore di ricerca in Diritto privato presso l’Università di Barcellona e Università di Girona. Ha conseguito anche un dottorato in Diritto Canonico e in Teologia dogmatica ed è autore di numerosi contributi e articoli su riviste specializzate.
“La Comunità Accademica ringrazia il prof. Luis Navarro per gli anni di lavoro come Rettore al servizio della nostra Istituzione” si legge in una nota. Nel corso dei due mandati “si è avviato un processo di riforma dell’organizzazione interna, professionalizzando diverse procedure di lavoro; si sono attivate misure economiche e finanziarie per garantire la sostenibilità. Negli ultimi anni si è inoltre dato un ulteriore impulso alla ricerca, attraverso la creazione di progetti interdisciplinari e interuniversitari, che coinvolgono studiosi e ricercatori provenienti da Università di diversi Paesi”.
Sotto la guida di Navarro, inoltre, “l’Università ha aderito ai progetti finalizzati a favorire la mobilità studentesca e tra i docenti, in linea con quanto richiesto dalla Costituzione Veritatis gaudium di Papa Francesco”.
Attualità
Tutela dei Minori
Accordo di Collaborazione tra la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e la Pontificia Università della Santa Croce
Mercoledì 7 febbraio 2024, presso Casa Santa Marta, è stato firmato un Accordo di collaborazione tra la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e la Pontificia Università della Santa Croce, nella comune missione di prevenzione degli abusi e tutela dei minori e adulti vulnerabili propria della Chiesa universale.
La firma è stata apposta dal Cardinale Seán O’Malley, OFM, in qualità di Presidente della Commissione, e dal rev. Luis Navarro quale Rettore Magnifico della Pontificia Università della Santa Croce.
Il cardinale O’Malley ha spiegato come: “Questa intesa si inserisce nel tessuto di accordi di collaborazione che la Commissione firma con altre enti ecclesiali per portare avanti la sua missione, per cui siamo grati alla Santa Croce per la sua generosità in questo progetto”.
Il Rettore della Santa Croce ha commentato: “siamo contenti di essere al servizio ad uno sforzo cruciale e comune all’interno della Chiesa e la Santa Croce vuole fare la sua parte”.
Nello specifico, l’Università della Santa Croce potrà ospitare iniziative legate alla missione della PCTM (art. 2) oltre a favorire l’organizzazione di Seminari, Corsi di formazione sia per docenti, studenti e personale non docente, nonché attività di formazione permanente per il personale della Commissione o stage per i Dottorandi presso la stessa PCTM (art. 5).
Le due Istituzioni prevedono di redigere annualmente una relazione sulle iniziative svolte, che potrà essere resa pubblica attraverso i rispettivi canali.
La collaborazione ha una validità triennale e potrà essere rinnovata.
Cultura
PREMIO “GIUSEPPE DE CARLI” 2023: IL 30 NOVEMBRE LA CERIMONIA DI PREMIAZIONE
Tavola rotonda su “LA SPERANZA E I SUOI VOLTI” CON IL VESCOVO FISICHELLA, SANTIAGO SANZ E PIERO DOMINICI
Si svolgerà giovedì 30 novembre 2023, alle ore 15.30, la cerimonia di consegna della settima edizione del Premio “Giuseppe De Carli”, presso la Pontificia Università della Santa Croce (Aula Álvaro del Portillo), partner accademico dell’Associazione costituita per ricordare la figura del vaticanista della Rai, scomparso nel 2010.
L’annuncio e la premiazione dei vincitori, per le diverse sezioni proposte, saranno anticipate da una tavola rotonda sul tema “La Speranza e i suoi volti“.
“Mentre nel mondo imperversano guerre in ogni latitudine, con migliaia di vittime accertate, in questa edizione del Premio De Carli vogliamo riflettere sui diversi volti della speranza, per allontanare il rischio della disperazione e cercare spiragli di rinascita anche laddove sembra impossibile che scaturisca – ha dichiarato il Presidente dell’Associazione, il professore Giovanni Tridente. – Per questo ci avvarremo di un teologo esperto in escatologia e di un sociologo studioso della complessità, per concludere con uno sguardo proiettato al prossimo Giubileo del 2025, che Papa Francesco ha voluto dedicare proprio alla speranza“.
Infatti, dopo i saluti del prof. Daniel Arasa, decano della Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce, e del Presidente Tridente, moderati da Alessandra Ferraro, giornalista Rai, interverranno il teologo Santiago Sanz, docente di Escatologia presso la Santa Croce e Piero Dominici, docente di sociologia presso l’Università degli Studi di Perugia. Le riflessioni conclusive saranno affidate il al Vescovo Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e coordinatore degli eventi del Giubileo 2025.
A seguire, l’annuncio dei vincitori di questa settima edizione e la premiazione dei migliori lavori delle tre sezioni: “Chiesa, guerra e pace”; “Narrare le migrazioni: storie, volti, speranze”; “La funzione delle tradizioni religiose in favore del dialogo, della pace e della libertà”, le ultime due bandite in collaborazione con il Comitato “Comunicazione e migranti” e con il Comitato “Giornalismo & Tradizioni religiose”.
I lavori di questa edizione 2023 del Premio De Carli – circa 40 – sono stati valutati da tre qualificate giurie composte, per quanto riguarda la prima sezione, da José María Ballestrer Esquivias, giornalista de El Debate;Lucia Capuzzi, inviata di Avvenire; Paolo Conti, editorialista del Corriere della Sera;Fausto Gasparroni, giornalista dell’ANSA;Massimiliano Padula, docente Università Lateranense;Andrea Picardi, giornalista e manager della comunicazione; Carla Rossi Espagnet, docente Università della Santa Croce; e dalla giornalista Valentina Petrini.
Per maggiori informazioni sulle precedenti edizioni del Premio, si può visitare il sito web www.associazionedecarli.it o seguire gli account Facebook e Twitter dell’Associazione.
Per confermare la propria partecipazione scrivere a info@associazionedecarli.it
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