Connect with us

Benessere

La salute è ancora un diritto per tutti? (parte terza)

Monica Splendori

Pubblicato

il

Come si evolve il concetto di salute globale e del singolo nel nuovo millennio

Premesso tutto ciò (la salute globale e del singolo, con particolare riferimento alla cronicità ed all’aumento della spesa), cosa ha comportato e, di conseguenza, che provvedimenti sono stati adottati nello specifico delle realtà Lombardo-Veneta?…

Come si evolve il concetto di salute globale e del singolo nel nuovo millennio

Premesso tutto ciò (la salute globale e del singolo, con particolare riferimento alla cronicità ed all’aumento della spesa), cosa ha comportato e, di conseguenza, che provvedimenti sono stati adottati nello specifico delle realtà Lombardo-Veneta?

L’Italia, come sostegno alla salute, adotta il sistema dell’aumento delle tasse al singolo, anche se con l’ultimo decreto di riparto di 60 MLN di euro per il 2018-2020 (previsto dall’ultima legge di bilancio) la sua intenzione era di ridurre il peso del ticket in sanità, fondo ottenuto in seguito alla mobilitazione dei cittadini (Cittadinanza attiva) per l’abrogazione del ticket con la raccolta di 40 mila firme. Il decreto ripartisce il 90% del fondo attraverso un unico criterio: il volume di ricette specialistiche ambulatoriali. Il restante 10% è assegnato alle Regioni: ben sette (tra le quali anche il Veneto e la Lombardia) per aver adottato misure finalizzate ad ampliare il numero di soggetti esenti dal pagamento della quota fissa su ricetta.

Questa scelta ha causato disuguaglianze tra le sette Regioni titolate con merito e le rimanenti altre: si passa dal 23% della Lombardia allo 0,3% del Molise. Se si considera che le Regioni non comprese tra le sette sono di centro-sud, in difficoltà ad elargire i Lea, con più tasso di rinuncia alle cure, con minor reddito pro capite, con problemi di occupazione ed un più alto livello di irpef, probabilmente lo stesso Stato è colui che non supporta adeguatamente i cittadini creando iniquità e disuguaglianze.

Ritornando a Veneto e Lombardia, i due rispettivi Presidenti, con numeri alla mano, ci spiegano come i tagli per il solo biennio 2015-2016 ammontano a 4 miliardi e 300 milioni in Italia: per il Veneto 450 milioni e 600 milioni per la Lombardia. Tutto ciò andrà peggiorando nel 2017-2018. I due Presidenti replicano che nelle loro Regioni non ci sarà mai un’irpef aggiuntiva per la sanità, e non ci saranno mai superticket regionali perché gli unici applicati sono quelli nazionali.

Il che significa che nel 2018 il rapporto tra pil e spesa per la salute sarà del (6.38%), inferiore a quello indicato dell’OMS (6.5%), sotto la quale soglia inizia a calare l’aspettativa di vita delle persone. Questi numeri decretano la fine della sanità universalistica in Italia.

Oltremodo bisogna anche considerare l’indebitamento delle Regioni legato alla clandestinità. Per legge, ricoveri e trattamenti degli irregolari sono a carico delle Asl che chiedono i rimborsi a Roma. Peccato che lo Stato saldi solo un terzo delle fatture: per il 2017 stanziati 31 milioni, ma sono già troppo pochi.

La Regione Veneto, con un comunicato del 15 aprile 2018 del dottor Domenico Mantoan (Direttore Generale della Sanità Veneta), apre ancor più le porte alla sanità privata, già molto presente in Veneto e considerata “fondamentale” per il D.G.: per tale motivo sarà ulteriormente sovvenzionata, in particolare per progetti legati alla cura dei pazienti cronici. Queste strutture private collaboreranno con il pubblico.

In data 04/05/2017 con la delibera regionale n. X/6551 della Giunta lombarda e successiva n. X/7655 del 28 dicembre 2017 (con cui si privatizza la gestione sanitaria dei malati cronici lombardi), la regione Lombardia porta in esecuzione ciò di cui in Veneto si parla.

In cosa consiste questa riforma pochi lo sanno. Eppure, la delibera risale al mese di maggio 2017 in attuazione dell’art. 9 della legge regionale n. 33/2009 e della legge regionale di riordino sanitario dell’agosto 2015.

La riforma prevede che i malati cronici sottoposti da due anni a sperimentazione, con la quale si è inquadrato la patologia e l’evoluzione (65 tipi con tre fasce di evoluzione, per un totale di 195 ambiti di malati cronici, e ad ogni gruppo corrisponde una batteria di esami annuali), siano seguiti da un gestore privato.

Il gestore di queste persone, attraverso l’invito della Regione, sarà una cooperativa privata convenzionata che elaborerà un Pai con un piano di cura vincolante annualmente che il paziente non potrà cambiare se non a fine anno, e se necessitasse di cure supplementari dovrà effettuarle privatamente. Tutto ciò comporterebbe una notevole riduzione della spesa pubblica per la riduzione del personale, delle strutture ed altro, ed una migliore organizzazione dei malati cronici, che possa essere punto di riferimento loro ed anche un notevole risparmio.

A conclusione di quanto scritto, la salute del cittadino, oltreché nelle sue mani, è in quelle di uno Stato che purtroppo è da molto tempo latitante. Allora perché non lasciare che siano le Regioni più propositive ad essere di traino alle altre?

In una terra straniera, la storia della vita le segnò il cuore di donna bambina, e volle scrivere per lui. In questo modo ha potuto, voluto raccontare, per far sentire a chi fosse disposto ad ascoltare, quello che aveva vissuto, visto, fatto, assieme ad altri uomini donne, attraverso la sua voce. Monica Splendori è nata a Bussolengo (Verona) il 22/giugno/1964, laureata magistrale in scienze delle professioni sanitarie della riabilitazione e in scienze dei servizi giuridici a Verona

Continua la lettura
Clicca per commentare

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ambiente

Canarie, Tenerife: destinazione ecosostenibile ma non solo

Riconoscimento Unesco che inserisce quello dell’arcipelago nell’elenco dei cieli più puliti al mondo

Gloria Gualandi

Pubblicato

il

Lunghe passeggiate lungo le spiagge di sabbia bianca: a Tenerife, infatti, c’è la famosissima area marina di Teno-Rasca che si estende tra la costa sud e l’isola di La Gomera. Per chi ama guardare delfini e balene è un posto tra i migliori al mondo, dove si può poi sorseggiare un Barraquito, bevanda tradizionale delle Isole Canarie, molto popolare a Tenerife: una miscela di caffè, latte condensato, liquore tipico, schiuma di latte, scorza di limone e cannella in polvere.

Silvia Donatiello, rappresentante dell’Ente del Turismo di Gran Canaria in Italia, ha recentemente spiegato che “Le Canarie e Tenerife sono una destinazione eco sostenibile e per il 46% il territorio riserva il miglior clima del mondo… con una media di 23-24 gradi tutto l’anno”. Come è noto Tenerife è l’isola più grande delle Canarie e nonostante siano geograficamente situate nell’Oceano Atlantico, vicino al Marocco e al Sahara Occidentale, le Isole Canarie appartengono alla Spagna.

Nel dicembre 2021 Gran Canaria ha sottoscritto il compromesso delle Nazioni Unite 2030 sulla sostenibilità proponendosi di ridurre del 40% le emissioni di CO2, entro il 2030. “Recentemente – spiega ancora Donatiello – abbiamo ricevuto un riconoscimento come una delle 15 destinazioni migliori in Europa, per il più alto numero di strutture certificate sempre dalla biosfera. Siamo anche una destinazione starlight, altro titolo dell’Unesco, per i cieli più puliti al mondo”. C’è una discussione infinita su quale parte dell’isola sia più bella, settentrione o meridione, ma sia il Sud che il Nord hanno i loro vantaggi. Comunque ovunque si riscontra un clima temperato molto stabile e spiagge perfette per nuotare e prendere il sole. Tenerife poi offre praticamente tutto: appunto piacevoli spiagge, montagne da vivere e cibi e bevande autentici, deliziosi paesaggi e anche una vibrante cultura e una piacevole vita notturna tipica di tutte le Canarie.

Continua la lettura

Benessere

I migliori anticancro: corretto stile di vita, screening e cura

Settimana nazionale per la Prevenzione in Oncologia. Al centro dell’attenzione le fasce sociali più deboli e svantaggiate

Redazione Foritalynews

Pubblicato

il

“L’obiettivo è quello di contribuire alla diffusione di una cultura della prevenzione, basata anzitutto sui controlli medici periodici, anche via screening, da non relegare all’occasionalità bensì da ripetere con la giusta periodicità, così come promuovere buone e più salutari pratiche di vita: non fumare, evitare gli alcolici, alimentarsi in maniera adeguata e secondo la giusta stagionalità, difendersi dalla sedentarietà con una regolare attività motoria adatta al proprio status psicofisico, riposare meglio e a sufficienza”. E’ quanto emerso dalla relazione del presidente Andrea Barbieri in occasione del convegno: “Prevenzione Oncologica: corretti stili di vita, Screening e Cura” celebrato in occasione della Settimana nazionale per la Prevenzione Oncologica, tenutosi la scorsa settimana presso il Centro Chirurgico Toscano di Arezzo, su indicazione organizzative di Lilt Italia diretta dal prof. Francesco Schittulli.

Il convegno s’è aperto appunto con l’intervento del presidente della Lilt Arezzo Andrea Barbieri, al quale è seguito quello di S.E. Mons. Franco Agostinelli, Correttore Nazionale Misericordie d’Italia , che ha colto l’occasione per ribadire l’auspicio che la prevenzione venga portata a permeare tutti i livelli sociali, in special modo quelli dei cosiddetti “ultimi”. Poi l’intervento di Assunta De Luca, Direttore Sanitario Usl Toscana Sud Est. I lavori sono stati coordinati da Stefano Tenti, presidente del Comitato Scientifico Lilt di Arezzo e direttore sanitario del Centro Chirurgico Toscano. Tra i presenti anche Alessia Valducci, presidente di Valpharma Group, noto gruppo farmaceutico del centro Italia, oltre alla vicepresidente Lilt Arezzo Sabina Rossi.

Continua la lettura

Benessere

Prevenzione fattore chiave per la salute delle donne

Aversa (Lugano): non sono ancora abbastanza le donne che si sottopongono di propria iniziativa ai vari screening per cancro

Gloria Gualandi

Pubblicato

il

Nonostante la prevenzione sia un fattore chiave per la salvaguardia della salute femminile, la maggior parte delle donne non si sottopone spontaneamente a screening per cancro, malattie cardiache, diabete o malattie o infezioni sessualmente trasmissibili. Lo sostengono diversi studi di ricerca internazionale in ambito sanità. Lo conferma Giuseppe Aversa, direttore amministrativo di Studio Ginecologico luganese per la parte che gli compete, puramente statistica e gestionale.

Per esperienze vissute, lo stesso Aversa ha potuto constatare come la diagnosi precoce della malattia “costituisca una differenza fondamentale nella durata della vita e nella qualità della vita delle donne”. Quando devono scegliere tra l’assistenza sanitaria per sé stesse e la ricerca di un bene non prioritario, o addirittura godersi una vacanza, è probabile che diano la priorità alla seconda. In Svizzera fortunatamente, a partire dai 50 anni di vita, per le donne, è previsto uno screening mammografico gratuito ogni due anni, cosa fondamentale per la prevenzione (solo per il seno). “Quindi i politici, nel settore della sanità e della spesa pubblica, devono considerare l’assistenza preventiva come parte di un insieme multidimensionale e reciprocamente dipendente di fattori che dovrebbero essere affrontati insieme”.

Aversa – che ha lavorato per società multinazionali in campi molto diversi, dal trading al Family Office e appunto al settore medico sanitario dove opera attualmente – conferma che i dati raccolti si basano sull’indagine di diverse dimensioni interconnesse. I criteri considerati sono in linea con gli indicatori globali di salute e benessere individuatati dall’OMS come parte degli Obiettivi di sviluppo sostenibile”. I dati dimostrano però evidentemente come le donne spesso sottovalutino, per condizioni economiche e sociali difficili, la loro salute incorrendo poi in possibili gravi problemi.

Come qualsiasi medico specialista in materia potrebbe confermare, nel loro insieme possono determinare fino all’80% delle variazioni nelle aspettative di vita delle donne stesse, miglioramenti in alcune o in tutte le dimensioni comportano infatti maggiore aspettativa di vita alla nascita.

Continua la lettura
Advertisement

Facebook

Tweets

Siti partner

I più letti