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Religioni

Accordo storico tra Santa Sede e Cina sulla nomina dei Vescovi. Fine delle ostilità?

Daniele Sebastianelli

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Greg Burke (portavoce vaticano):«Questa non è la fine di un processo. È l’inizio»

Sabato 22 settembre è stato siglato a Pechino l’Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei Vescovi, ad opera dei capi delle delegazioni vaticana e cinese…

Greg Burke (portavoce vaticano):«Questa non è la fine di un processo. È l’inizio»

Sabato 22 settembre è stato siglato a Pechino l’Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei Vescovi, ad opera dei capi delle delegazioni vaticana e cinese. Si tratta, a tutti gli effetti, di un fatto di portata storica che pone fine ad uno degli ostacoli maggiori nel rapporto tra Chiesa cattolica e Cina dagli anni ’50, dai tempi cioè della conquista del potere di Mao Zedong (Mao Tze-Tung).

Sembra, infatti – visto che dell’Accordo Provvisorio non si conoscono i termini dettagliati ma ne è stato dato solo l’annuncio da una nota della Sala Stampa Vaticana – che il Papa abbia ottenuto il potere di nomina dei futuri Vescovi (o almeno il potere di veto su quelli proposti dall’autorità cinese) in cambio dell’accettazione della legittimità degli ultimi sette Vescovi non ancora in comunione con Roma. In Cina, coesistono, infatti, la Chiesa cattolica ufficiale – cosiddetta “patriottica” controllata indirettamente dal partito comunista cinese – e la Chiesa cattolica cosiddetta “sotterranea” o “clandestina”, che è invece fedele a Roma e al Papa (per approfondire si legga la Nota esplicativa circa la Lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi, del 27 maggio 2007).

L’inizio di un processo lungo e faticoso

Il direttore della Sala Stampa Vaticana Greg Burke ha sottolineato che «questa non è la fine di un processo. È l’inizio! Si è trattato di dialogo, di ascolto paziente da entrambe le parti anche quando le persone vengono da punti di vista molto diversi. L’obiettivo dell’accordo non è politico ma pastorale, permettendo ai fedeli di avere vescovi che sono in comunione con Roma ma allo stesso tempo riconosciuti dalle autorità cinesi». A tal fine è stata anche istituita la Diocesi di Chendge, suffraganea di Beijing, con sede episcopale nella chiesa cattedrale di Gesù Buon Pastore. La nuova Diocesi cinese si estende su un’area di 39.519 Km² e conta una popolazione di circa 3,7 milioni di abitanti. Secondo dati recenti, vi sono circa 25.000 cattolici, distribuiti in 12 parrocchie, nelle quali prestano servizio pastorale 7 sacerdoti, una decina religiose e alcuni seminaristi. «È auspicio condiviso – si legge nel comunicato rilasciato dalla Santa Sede – che tale intesa favorisca un fecondo e lungimirante percorso di dialogo istituzionale e contribuisca positivamente alla vita della Chiesa cattolica in Cina, al bene del Popolo cinese e alla pace nel mondo».

Una voce critica: il Card. Zen

Da segnalare che non sono mancate voci critiche e manifestazioni di aperta condanna, anche all’interno della chiesa stessa, per l’accorto raggiunto. In particolare l’ottantaseienne Cardinale Joseph Zen Ze-Kiun, Vescovo emerito di Hong Kong, esponente di spicco della gerarchia fedele a Roma – che ha espresso spesso in maniera diretta il proprio pensiero – ha rilasciato un’intervista al sito AsiaNews.it in cui ha definito ironicamente l’Accordo «un capolavoro di creatività nel dire niente con tante parole». Già lo scorso gennaio il cardinale si era mostrato critico di fronte alla possibilità che la Santa Sede prendesse accordi col governo cinese considerando la scelta di rinunciare ad alcune prerogative come un errore, se non addirittura un tradimento delle sofferenze dei fedeli che, per restare tali avevano accettato, nel corso degli anni, privazioni e persecuzioni. “Il Vaticano sta svendendo la Chiesa cattolica alla Cina” avrebbe detto, suscitando l’immediata dichiarazione della Sala Stampa Vaticana che per bocca del Direttore ribadiva la particolare sollecitudine del Papa per il dialogo con la Cina e lo stretto rapporto con i suoi collaboratori. «Desta sorpresa e rammarico» sottolineava Burke «che si affermi il contrario da parte di persone di Chiesa e si alimentino così confusione e polemiche».

La risposta del Segretario di Stato Vaticano, Card. Parolin

Il portale Vatican Insider, fece seguire, il giorno dopo, un’intervista al Card. Parolin, Segretario di Stato Vaticano, il quale pur asserendo che «nella Chiesa vi è il pieno diritto a dissentire e a far presenti le proprie critiche e che la Santa Sede ha il dovere morale di ascoltarle e di valutarle con attenzione», specificava che «tra cristiani, le critiche dovrebbero mirare a costruire la comunione e non a suscitare divisioni». Aggiungendo di essere convinto «che una parte delle sofferenze vissute dalla Chiesa in Cina non sia dovuta tanto alla volontà delle singole persone quanto alla complessità oggettiva della situazione. Perciò, è legittimo avere opinioni diverse sulle risposte più opportune da offrire ai problemi del passato e del presente. Questo è del tutto ragionevole. Detto ciò, penso che nessun punto di vista personale possa essere ritenuto come esclusivo interprete di ciò che è bene per i cattolici cinesi. Perciò, la Santa Sede opera per trovare una sintesi di verità e una via praticabile per rispondere alle legittime aspettative dei fedeli, dentro e fuori della Cina. Ci vuole più umiltà e spirito di fede per scoprire insieme il disegno di Dio per la Chiesa in Cina. Ci vuole più cautela e moderazione da parte di tutti per non cadere in sterili polemiche che feriscono la comunione e ci rubano la speranza di un futuro migliore».

La sofferenza sia seme di pace

Il messaggio di Parolin era chiaro: deporre l’ascia di guerra come unica modalità in grado di costruire un futuro per la Chiesa in Cina. «Vorrei dire con molta semplicità e chiarezza che la Chiesa non dimenticherà mai le prove e le sofferenze passate e presenti dei cattolici cinesi. Tutto questo è un grande tesoro per la Chiesa universale. Pertanto, ai cattolici cinesi con grande fraternità dico: vi siamo vicini, non solo con la preghiera, ma anche con il quotidiano impegno ad accompagnarvi e sostenervi nel cammino della piena comunione. Vi chiediamo, perciò, che nessuno si aggrappi allo spirito di contrapposizione per condannare il fratello o che utilizzi il passato come un pretesto per fomentare nuovi risentimenti e chiusure. Al contrario, auguriamo che ciascuno guardi con fiducia al futuro della Chiesa, al di là di ogni limite umano».  

La Chiesa cinese unita, anche se apparentemente divisa

Eppure fu lo stesso Cardinale Zen, nell’ottobre 2005, a riconoscere, in occasione della XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, l’importanza dei risultati ottenuti nel corso degli anni. In quell’occasione tenne un intervento – che venne applaudito – sul “Sensus ecclesiae e la libertà religiosa”, nel quale affermava che «La Chiesa in Cina, apparentemente divisa in due, una ufficiale riconosciuta dal governo e una clandestina che rifiuta di essere indipendente da Roma, è in realtà una Chiesa sola, perché tutti vogliono stare uniti al Papa. Dopo lunghi anni di separazione forzata, la stragrande maggioranza dei Vescovi della Chiesa ufficiale è stata legittimata dalla magnanimità del Santo Padre. Specialmente negli ultimi anni è risultato sempre più chiaro che i Vescovi ordinati senza approvazione del Romano Pontefice non vengono accettati né dal clero né dai fedeli. Si spera che davanti a questo sensus Ecclesiae il governo veda la convenienza di venire a una normalizzazione della situazione, anche se gli elementi “conservatori” interni alla Chiesa ufficiale vi pongono resistenza, per ovvi motivi di interesse».

Comunicatore e giornalista. Mi occupo di informazione religiosa con particolare attenzione alle implicazioni etiche e sociali. Non mi interesso delle chiacchiere di palazzo. Cattolico (quindi) politicamente scorretto.

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Religioni

Nominato il nuovo Rettore alla Pontificia Università della Santa Croce

Si tratta del rev. prof. Fernando Puig, attualmente Decano della Facoltà di Diritto Canonico
 

Daniele Sebastianelli

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Entrerà in carica l’1 ottobre 2024, con l’inizio dell’Anno accademico, il rev. prof. Fernando Puig come nuovo Rettore della Pontificia Università della Santa Croce di cui quest’anno ricorre il 40º anniversario della fondazione. Subentra al rev. prof. Luis Navarro che, dopo otto anni di mandato, in quella stessa data andrà in pensione, incorporato alla Santa Croce nel 1986.  

Il rev. Fernando Puig è nato a Terrassa, in Spagna, nel 1968, ed è sacerdote incardinato nella Prelatura della Santa Croce e Opus Dei dal 2004. Professore ordinario di Diritto dell’Organizzazione e del Governo della Chiesa presso la Facoltà di Diritto Canonico è Dottore di ricerca in Diritto privato presso l’Università di Barcellona e Università di Girona. Ha conseguito anche un dottorato in Diritto Canonico e in Teologia dogmatica ed è autore di numerosi contributi e articoli su riviste specializzate.

“La Comunità Accademica ringrazia il prof. Luis Navarro per gli anni di lavoro come Rettore al servizio della nostra Istituzione” si legge in una nota. Nel corso dei due mandati “si è avviato un processo di riforma dell’organizzazione interna, professionalizzando diverse procedure di lavoro; si sono attivate misure economiche e finanziarie per garantire la sostenibilità. Negli ultimi anni si è inoltre dato un ulteriore impulso alla ricerca, attraverso la creazione di progetti interdisciplinari e interuniversitari, che coinvolgono studiosi e ricercatori provenienti da Università di diversi Paesi”.  

Rev. Prof. Luis Navarro

Sotto la guida di Navarro, inoltre, “l’Università ha aderito ai progetti finalizzati a favorire la mobilità studentesca e tra i docenti, in linea con quanto richiesto dalla Costituzione Veritatis gaudium di Papa Francesco”.

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Attualità

Tutela dei Minori

Accordo di Collaborazione tra la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e la Pontificia Università della Santa Croce

Redazione Foritalynews

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Mercoledì 7 febbraio 2024, presso Casa Santa Marta, è stato firmato un Accordo di collaborazione tra la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e la Pontificia Università della Santa Croce, nella comune missione di prevenzione degli abusi e tutela dei minori e adulti vulnerabili propria della Chiesa universale.
 La firma è stata apposta dal Cardinale Seán O’Malley, OFM, in qualità di Presidente della Commissione, e dal rev. Luis Navarro quale Rettore Magnifico della Pontificia Università della Santa Croce.

 Il cardinale O’Malley ha spiegato come: “Questa intesa si inserisce nel tessuto di accordi di collaborazione che la Commissione firma con altre enti ecclesiali per portare avanti la sua missione, per cui siamo grati alla Santa Croce per la sua generosità in questo progetto”.

 Il Rettore della Santa Croce ha commentato: “siamo contenti di essere al servizio ad uno sforzo cruciale e comune all’interno della Chiesa e la Santa Croce vuole fare la sua parte”.

 Nello specifico, l’Università della Santa Croce potrà ospitare iniziative legate alla missione della PCTM (art. 2) oltre a favorire l’organizzazione di Seminari, Corsi di formazione sia per docenti, studenti e personale non docente, nonché attività di formazione permanente per il personale della Commissione o stage per i Dottorandi presso la stessa PCTM (art. 5).

 Le due Istituzioni prevedono di redigere annualmente una relazione sulle iniziative svolte, che potrà essere resa pubblica attraverso i rispettivi canali.
 
La collaborazione ha una validità triennale e potrà essere rinnovata.

Testo dell’Accordo

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Cultura

PREMIO “GIUSEPPE DE CARLI” 2023: IL 30 NOVEMBRE LA CERIMONIA DI PREMIAZIONE

Tavola rotonda su “LA SPERANZA E I SUOI VOLTI” CON IL VESCOVO FISICHELLA, SANTIAGO SANZ E PIERO DOMINICI

Redazione Foritalynews

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Si svolgerà giovedì 30 novembre 2023, alle ore 15.30, la cerimonia di consegna della settima edizione del Premio “Giuseppe De Carli”, presso la Pontificia Università della Santa Croce (Aula Álvaro del Portillo), partner accademico dell’Associazione costituita per ricordare la figura del vaticanista della Rai, scomparso nel 2010.

L’annuncio e la premiazione dei vincitori, per le diverse sezioni proposte, saranno anticipate da una tavola rotonda sul tema “La Speranza e i suoi volti“.

Mentre nel mondo imperversano guerre in ogni latitudine, con migliaia di vittime accertate, in questa edizione del Premio De Carli vogliamo riflettere sui diversi volti della speranza, per allontanare il rischio della disperazione e cercare spiragli di rinascita anche laddove sembra impossibile che scaturisca – ha dichiarato il Presidente dell’Associazione, il professore Giovanni Tridente. – Per questo ci avvarremo di un teologo esperto in escatologia e di un sociologo studioso della complessità, per concludere con uno sguardo proiettato al prossimo Giubileo del 2025, che Papa Francesco ha voluto dedicare proprio alla speranza“.

Infatti, dopo i saluti del prof. Daniel Arasa, decano della Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce, e del Presidente Tridente, moderati da Alessandra Ferraro, giornalista Rai, interverranno il teologo Santiago Sanz, docente di Escatologia presso la Santa Croce Piero Dominici, docente di sociologia presso l’Università degli Studi di Perugia. Le riflessioni conclusive saranno affidate il al Vescovo Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e coordinatore degli eventi del Giubileo 2025.

A seguire, l’annuncio dei vincitori di questa settima edizione e la premiazione dei migliori lavori delle tre sezioni: “Chiesa, guerra e pace”; “Narrare le migrazioni: storie, volti, speranze”; “La funzione delle tradizioni religiose in favore del dialogo, della pace e della libertà”, le ultime due bandite in collaborazione con il Comitato “Comunicazione e migranti” e con il Comitato “Giornalismo & Tradizioni religiose”.

I lavori di questa edizione 2023 del Premio De Carli – circa 40 – sono stati valutati da tre qualificate giurie composte, per quanto riguarda la prima sezione, da José María Ballestrer Esquivias, giornalista de El Debate;Lucia Capuzzi, inviata di Avvenire; Paolo Conti, editorialista del Corriere della Sera;Fausto Gasparroni, giornalista dell’ANSA;Massimiliano Padula, docente Università Lateranense;Andrea Picardi, giornalista e manager della comunicazione; Carla Rossi Espagnet, docente Università della Santa Croce; e dalla giornalista Valentina Petrini.

Per maggiori informazioni sulle precedenti edizioni del Premio, si può visitare il sito web www.associazionedecarli.it o seguire gli account Facebook e Twitter dell’Associazione.


Per confermare la propria partecipazione scrivere a info@associazionedecarli.it

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