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Tempolibero

Sapore di mare

Mario Russo

Pubblicato

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Dal banco della pescheria al tavolino di un piccolo ristorante alla porta accanto

Siamo nel cuore di Napoli, via Portamedina che da Montesanto – stazione funicolare per il Vomero –proseguendo per via Pignasecca porta a via Toledo. Alle spalle dei quartieri spagnoli. Siamo in uno dei più caratteristici mercatini della città…

Dal banco della pescheria al tavolino di un piccolo ristorante alla porta accanto

Siamo nel cuore di Napoli, via Portamedina che da Montesanto – stazione funicolare per il Vomero –proseguendo per via Pignasecca porta a via Toledo. Alle spalle dei quartieri spagnoli. Siamo in uno dei più caratteristici mercatini della città. Pane, dolci, frutta, ma soprattutto tanto tanto pesce. Pescherie con banchi allestiti come opere d’arte con tutto ciò che offre il generoso mare partenopeo. Davanti a quel ben di Dio il profumo del mare ti arriva nell’anima.

Tra tutte spicca la Pescheria Azzurra. Una distesa di pesce e frutti di mare da disorientarti, da metterti in crisi nel momento della scelta. Le tradizionali urla di richiamo vantano qualità, freschezza e prezzi alla portata di qualsiasi portafoglio. Un’attività frenetica che vede i lavoranti impegnati in preparazioni e confezionamenti. Un via vai di gente che si aggira tra i banchi, che sceglie e attende il suo turno. All’apparenza tutto è caotico eppure in quella frenesia, che metterebbe in crisi i migliori commercianti in altre città, tutto funziona. Si trova persino il tempo per qualche consiglio sul modo migliore di cucinare un particolare tipo di pesce.

Ma la sorpresa più grande è nella porta accanto. Un piccolissimo locale adibito a ristorante, dove poter gustare e apprezzare i “Sapori della Pescheria Azzurra”. Dai banchi alla cucina, questa la filosofia. All’interno, insieme a una parte della cucina a vista, solo 4-5 piccoli tavoli, il resto lo troviamo all’esterno. Tavolini sparsi sui marciapiedi e, in parte, sulla stradina, dove è disposta anche una delle classiche vetrinette per alimenti che vediamo nelle vie di Napoli. Un banchetto dove è possibile acquistare fritti da asporto e soprattutto il famoso “cuoppo”che viene riempito di un misto di fritti da gustare passeggiando per i vicoli e da leccarsi letteralmente le dita. Un capannello di gente, napoletani ma anche tanti turisti, che si accalcano alla conquista del gustoso trofeo, che afferrano con le mani pescetti, gamberi e calamari che solo poco prima erano sui banchi della pescheria.

Ma il meglio aspetta chi si siede ai tavolini. Tutto è molto spartano: tavolino piccolo, tovaglietta di carta, bicchiere di plastica e posate avvolte in un tovagliolino di carta. Chi ti serve, al primo impatto, può sembrarti poco cortese, ma in realtà è il modo che hanno per considerarti, da subito, uno di casa, senza tanti fronzoli; come dicono loro stessi: senza tante “cerimonie”. Subito, infatti, ti mettono a tuo agio, pronti a illustrarti e a chiarirti ogni dubbio sui piatti proposti. Una proposta che, nella sua essenzialità, è varia, ma soprattutto legata a quello che i banchi della pescheria offrono quel giorno. Una specialità assolutamente imperdibile sono i crudi che puoi gustare misti o nella combinazione che più ti aggrada perché, se l’essenza è la qualità, la caratteristica è la flessibilità. Questo vale per ogni pietanza proposta; lo staff non si mostra mai in imbarazzo e il tuo piatto può diventare quasi personalizzato.

Se l’anima del locale è la pescheria con i suoi prodotti e i suoi lavoranti, il cuore pulsante sono i cuochi e lo staff della cucina che, a ritmi forsennati, sfornano piatti su piatti, vassoi e vassoi, per far fronte a tutte le richieste di chi sta a tavolino e di tutti quelli che aspettano il loro cartoccio davanti al banchetto sul marciapiedi.

Ma il motore di tutto il locale è sicuramente Melania, una ragazza forse poco più che ventenne. Spigliata e determinata. Capace di far filare e rigare dritto ogni elemento del personale, dagli addetti al servizio a quelli della pescheria e della cucina, giovani o anziani che siano. Capace di far fronte a qualsiasi emergenza o necessità come approntare in men che non si dica uno spazio, tra strada e marciapiedi per far accomodare un gruppo di 14-15 turisti giunti all’improvviso. Laddove chiunque altro sarebbe andato nel panico lei, in quattro e quattr’otto, è pronta a prendere le ordinazioni di quel gruppo che, ancor prima di accorgersene, si è trovato seduto a tavolino nel cuore della vera Napoli.

In quell’andirivieni continuo, in quel vociare confuso, in quel susseguirsi di ordinazioni, Melania rappresenta l’efficienza e la praticità non solo del gruppo della Pescheria Azzurra, ma di tutta la Napoli operosa e dignitosa.

Se si va a Napoli, soprattutto se si è amanti del pesce, dei crudi e dei frutti di mare in particolare, non può mancare una sosta a “I sapori della Pescheria Azzurra”. E quando arrivate non abbiate timore, affidatevi tranquillamente a Melania e vi porterete a casa, sicuramente, buona parte dei sapori di Napoli.

Per il dolce non vi preoccupate, babà o sfogliatella che sia, pochi passi e avrete l’imbarazzo della scelta. Ma di questo parleremo in un prossimo articolo.

Direttore di Foritalynews, docente alla Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce, competenze in tecnologie della comunicazione audiovisiva e multimediale e nel marketing. Esperto in comunicazione istituzionale e comunicazione politica (almeno credevo! Vista l'anti-comunicazione attuale). Particolarità: non ho ancora deciso cosa farò da grande.

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Attualità

Sicilia vacanti Il primo album di Alessandro D’Andrea Calandra

Redazione Foritalynews

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S’intitola “Sicilia vacanti” il primo album dell’agrigentino Alessandro D’Andrea Calandra che con questo lp si affaccia nel modo discografico italiano. Lo fa con un disco scritto in dialetto, dando libero sfogo allo stile musicale che meglio definisce la sua terra natia. Un genere ethno-folk che risente della tradizione culturale siciliana, affondando le radici in un passato remoto fatto di storie da raccontare.

Storie vissute, ascoltate e che, nelle tracce di Sicilia vacanti, diventano quadri cangianti dai colori speziati, spargendo profumi antichi. Pregni di sapori atti a contraddistinguere un’epoca. Storie di immigrazione, di viaggi, di coraggio, di persone che affrontano disavventure ritrovando la loro terra o combattendo per essa.

I brani del nuovo album di Alessandro D’Andrea Calandra danno voce alle persone che nella sua Sicilia hanno vissuto e lottato in questi frangenti musicali. “Sicilia vacanti”; “Èuno”; “L’Isola di Allah”; “Danza saracina chista sira!”; “Federicu (gioia di lu munnu)”; “L’avemooh hoonkya dance”; “Cumpagna Luna”; “Cori fa’ la vovò”; “Si ‘u munnu fussi amuri”; “Cugliemuli sti spichi!” sono la tracklist di un “progetto d’amore”.

Le parole intersecano una musica soave ed etnica, capace di far viaggiare la mente dell’ascoltatore in quei meandri storici. Ci si addentra negli orizzonti dispersi di un passato lontano. Palermo, Agrigento, l’impero bizantino, i Saraceni. Immagini storiche che descrivono un mosaico di suoni pronto ad ergersi difronte a noi mostrando la realtà di un popolo caparbio. Un popolo fiero che ha messo le sue radici in quel tempo e che in quelle immagini rivede sé stesso.

Alessandro D’Andrea Calandra pubblica “Sicilia vacanti”. Un disco inedito fatto di canzoni che, prese nel loro insieme, diventano le splendide figure di unico quadro dipinto a mano dall’artista.

Segui Alessandro D’Andrea Calandra su FB / IG / TT / YT

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Società

Allestimenti con i palloncini: professione creare felicità

Due artigiane dell’arte scelgono la missione di portare gioia nelle feste milanesi

Gloria Gualandi

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Allestimenti con i palloncini. Quindi lavorare sulla gioia, su feste e festeggiamenti, facendo spuntare spesso un sorriso o una risata convinta sul viso di un bambino. E’ la missione professionale e umana che hanno scelto Valeria Cacciato Insilla e Donatella Spadafora che, insieme, hanno realizzato un potentissimo connubio tra Sicilia (la prima) e Calabria (la seconda) che, innestato nell’efficientismo milanese, le ha portate a poter produrre eventi “magici”, riuscendo a dare spazio professionale alla loro vocazione artigianale e artistica.

“Tra noi – spiegano le due creatrici di felicità – si è instaurato subito un grande feeling e, scoprendo vicendevolmente la nostra creatività, abbiamo deciso di unire le nostre forze per realizzare il grande sogno che ci accomunava: utilizzare la nostra creatività per rendere felici gli altri”. “È stato così – approfondiscono Valeria e Donatella – che abbiamo deciso di seguire dei corsi e specializzarci professionalmente negli allestimenti con i palloncini: abbiamo fatto un percorso di studio che ci ha portato a crescere manualmente e professionalmente, arrivando a creare composizioni artigiane personalizzate al massimo”.

“Rendere magici – concludono – attraverso le nostre creazioni, i momenti speciali e più importanti dei nostri clienti è divenuto ben presto non solo il nostro lavoro, ma anche la nostra missione”.

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Cultura

“T’aggio voluto bene”

il nuovo singolo del producer endly in collaborazione con la cantante napo-nigeriana STE

Redazione Foritalynews

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T’aggio voluto bene” è il nuovo singolo targato endly che torna sulla scena dopo aver prodotto molti brani dell’ultimo album di Clementino e altri artisti del calibro di RNLA, dell’ucraino Achex e della band TheRivati. 

Il brano condiviso con la promessa della musica partenopea STE. La ventiseienne artista napoletana, nata a Lagos in Nigeria, cresciuta con una madre single e con l’affetto di una seconda famiglia di Napoli, incomincia a far parlare di sé grazie alla sua voce dall’anima soul.

“T’aggio voluto bene” è una “classica” canzone che parla di amore, ma non dell’amore idilliaco delle favole. STE canta, e pone l’accento, sull’amore illusorio, quello che lascia solo dolore e delusione.

La sua voce si sposa perfettamente con la produzione di Endly, creando un brano ricco di sentimento e sofferenza ma coinvolgente perché rimane impresso nella mente dell’ascoltatore per la sensibilità del testo e per il sound originale.

A volte nel cuore piove ma in questo caso è pioggia che pulisce e nutre. In “T’aggio vuluto bene” – ci racconta STE – il cuore urla le frustrazioni di un’amore finito, un’amore illusorio che ancora aspetta. Perché è facile convincere la mente ma il cuore resta cieco, resta speranzoso fino alla realizzazione che ha amato e che continuerà ad amare per andare avanti nella vita: perché alla fine anche dietro le nuvole c’è il sole.” “Fino ad oggi con la pubblicazione dei miei inediti continuo a raccontare i vari aspetti della mia vita e del mio carattere. Ma tutto ciò – conclude STE – non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di tutte le persone che hanno fatto parte della mia vita”.

Social net:
endlywww.instagram.com/endly.space 

Stehttps://www.instagram.com/oj_ste/

Credits:

Missato e masterizzato da Nello Gaudiello presso Drahte studio

Progetto grafico Max Castelli 

Prodotto da endly

Edizioni Fumo

Etichetta : endly & STE

www.hungrypromotion.it  tel. 3395840777 

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