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Attualità

Referendum A.T.A.C, i romani al voto per decidere sul futuro del servizio di mobilità

Chiara Colangelo

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I nodi principali della proposta di liberalizzazione e il fronte del No

La campagna per il referendum su A.T.A.C – iniziata il 12 ottobre – è oramai agli sgoccioli. I cittadini di Roma sono chiamati alle urne domenica 11 novembre dalle 8 alle 20 per dire Sì o No ai due quesiti sulla liberalizzazione del servizio di trasporto pubblico, affidata ad A.T.A.C, la società per azioni controllata dal Comune. Il referendum – promosso dal segretario dei Radicali Riccardo Magi – è consultivo. Perché sia valido è necessario che votino almeno 800mila aventi diritto (il 33% del totale) e il suo esito non ha effetti diretti sulle decisioni adottate dall’amministrazione capitolina. In caso di vittoria del Sì, il Campidoglio dovrà però aprire un tavolo per discutere sulla liberalizzazione del servizio di mobilità.

La liberalizzazione. La proposta dei Radicali e del Comitato per il Sì è quella di affidare il servizio di trasporto pubblico della Capitale “mediante gare pubbliche, anche a una pluralità di gestori e garantendo forme di concorrenza…”. Il referendum nasce dalla situazione di dissesto di A.T.A.C. Negli anni, infatti, l’azienda ha accumulato un debito di oltre 1 miliardo di euro, di cui oltre 400 milioni da restituire al Comune entro il 2036, secondo un piano di concordato preventivo “in continuità”, approvato dal Tribunale fallimentare di Roma.
Come spiega Violi, membro dei Radicali e del Comitato del Sì,  “la situazione in cui ci troviamo oggi è figlia…delle responsabilità politiche. Tutte le amministrazioni, di qualsiasi colore, hanno usato l’azienda per creare consenso verso il proprio partito, e non per far funzionare il trasporto pubblico. Il risultato è un disastro: un’azienda spolpata e ormai fallita nei fatti, oltre che nei conti finanziari”.  Il punto fondamentale su cui si fonda la proposta di liberalizzazione del servizio di trasporto pubblico capitolino è “…spezzare quel conflitto di interessi tra controllore e controllato che finora ha fatto dell’Atac uno strumento utile più ai partiti, che alla collettività”, conclude Violi.

Sul fronte opposto alla liberalizzazione del servizio, il Comitato del No riconosce sia la “mala gestione” che le responsabilità politiche del dissesto di A.T.A.C. “La gestione che caratterizza Atac S.p.A. da molti decenni è indifendibile: con la produzione di un abnorme debito, un parco veicoli vetusto, una formidabile obsolescenza tecnologica, una incapacità grave nell’organizzazione del personale”, dice l’avvocato Alberto Leoncini del No.

Dal fronte del Sì Violi chiarisce che a preoccupare non è però solo la situazione debitoria di A.T.A.C, ma anche la sua “capacità di produrre servizio. Nel 2017 – afferma Violi – A.T.A.C ha prodotto -16% di autobus e -14% di metropolitane rispetto a quanto le è stato richiesto. Il Comune non può multarla, perché, essendone proprietario, multerebbe se stesso”, continua. “Solo l’anno scorso [A.T.A.C] ha saltato 1.297.206 corse. Se per compensare il deficit di Atac dobbiamo fermare gli autobus, non c’è nessuna utilità pubblica, anzi: prevalgono gli interessi di una società a scapito della cittadinanza”, aggiunge.

Per il Comitato del Sì, quindi, mettere a gara il servizio consentirebbe di separare il debito fino a oggi accumulato dall’azienda, permettendo ai prossimi operatori, pubblici o privati, di offrire un servizio efficiente e nel rispetto del contratto di servizio.

Per il Comitato del No,  l’avvocato Leoncini, insiste ancora sul fatto che “La situazione in cui ci troviamo adesso è figlia delle politiche degli ultimi 25 anni volte a liberalizzare”. L’alternativa del No, quindi, afferma l’avvocato, è quella di “trasformare ATAC Spa in Azienda Speciale che secondo la legge è un ente strumentale del Comune senza scopo di lucro”. Un ente in cui si chiede il controllo e la partecipazione degli utenti e dei lavoratori nei meccanismi gestori, come espressamente previsto dall’art. 43 della Costituzione.

Il nodo dei lavoratori. Per il Comitato del No la liberalizzazione del servizio non è la soluzione, l’affidamento della mobilità capitolina a uno o più operatori pubblici o privati mette a rischio i dipendenti e, soprattutto, i fornitori, i cui crediti potrebbero non essere soddisfatti.
In tal senso, il Comitato del No, prospetta, in caso di vittoria del Sì, un inevitabile peggioramento delle condizioni di lavoro di A.T.A.C anche a discapito dei cittadini romani. “La continuità aziendale è nell’immediato un presupposto imprescindibile – sottolinea l’avvocato Leoncini –  per un processo di risanamento e una definizione satisfattiva delle pendenze debitorie di A.T.A.C specie nei confronti delle piccole e medie imprese dell’indotto (creditori chirografari)…”.

Il comitato del Sì, invece, non vede questo rischio perché, spiega Violi,  “le norme italiane…prevedono delle clausole di salvaguardia in caso di appalto di servizi: i lavoratori dei primi livelli, come ad esempio gli autisti, continuerebbero a lavorare per i nuovi datori di lavori, nel rispetto del contratto nazionale di settore…”. “Inoltre, chi è entrato in Atac tramite concorso può anche essere riallocato in altre aree della pubblica amministrazione, magari dove c’è carenza”, conclude.

Tanti gli interessi in gioco e diverse le proposte avanzate dai due Comitati. Davanti a una situazione sempre più insostenibile per la città, il voto dell’11 novembre è un’occasione importante per i cittadini della Capitale. Un voto da cui dipenderanno non solo le sorti di una grande azienda, ma anche il futuro e la qualità di un servizio essenziale, a cui ha diritto la cittadinanza.

Perché votare Sì: “Vi raccontano che questa città non si può cambiare, che le cose andranno sempre così, ma non è vero: domenica 11 novembre, potrete chiedere che si faccia un passo verso la modernizzazione, dicendo Sì a un trasporto pubblico rinnovato, efficiente, al servizio non di chi amministra, ma dei cittadini e degli utenti della capitale che hanno diritto a una mobilità da città europea”, dice Paolo Violi.

Perché votare No: “Votare NO è la premessa e il necessario presupposto per un’alternativa pubblica e solidaristica nella mobilità urbana a Roma, per essere cittadini e non clienti, perché ci siano i diritti e non i privilegi, perché il capitalismo che lucra sui bisogni delle persone non è l’orizzonte ultimo della storia, afferma l’avvocato Leoncini.

È laureata magistrale in Giurisprudenza alla “Sapienza” di Roma e giornalista praticante. Un motto: «il dovere di ogni giornalista è scrivere quello che vede» di Anna Politkovskaja

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Acquisti di moda? Si certo, ma online

Un numero sempre crescente di italiani predilige il web per acquisire capi e accessori

Gloria Gualandi

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La Moda ha cambiato modo di far acquistare i propri capi: la tendenza per l’autunno 2024 è comprare online. Questo per diversi motivi, ma sempre più persone hanno dichiarato di “avere poco tempo”, affermando che “è molto più comodo stare sul divano e ordinare con il telefono tutto quello che serve”.

Un numero sempre crescente di italiani, infatti, predilige l’online per acquistare capi e accessori. Il 32 per cento dei consumatori sta pensando di investire in prodotti premium e più durevoli. Il casualwear si conferma lo stile che maggiormente caratterizzerà le tendenze complessive del 2024. Questi dati vengono da Stileo – motore di ricerca di moda attivo in Italia con oltre 7 milioni di visite al mese – che nel report annuale “Year in review” analizza il comportamento degli utenti di moda e le tendenze che caratterizzeranno l’ultima parte del 2024.

La comodità di fare shopping dal proprio computer o via smartphone è un’abitudine che gli italiani non hanno intenzione di abbandonare: più della metà degli intervistati (56 per cento) dichiara di preferire gli acquisti online, contro il 9 per cento che ha scelto i negozi fisici per acquistare scarpe, borse, accessori, ma soprattutto capi di abbigliamento di tutte le aziende scegliendo online anche misure, colori e taglie dei brand più richiesti tra cui Shein, Zara. Zalando e Asos.

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Tema Vita, mutua di Banca Tema: torna la campagna salute per consentire a tutti l’accesso alla cura

Redazione Foritalynews

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A quattro anni dal lancio della prima campagna salute di Tema Vita, la mutua di cui Banca Tema è socio sostenitore, non solo conferma l’iniziativa anche per il 2024, ma la amplia per rendere sempre più semplice a tutti coloro che ne abbiano bisogno, l’accesso alle cure. Esami di laboratorio, diagnostica, visite specialistiche, cure fisioterapiche e da quest’anno anche certificazioni per sport o altro, allargando inoltre il plafond cui possono accedere i figli minorenni dei soci. La campagna prevede rimborsi variabili tra il 40 e il 50% dell’importo.

Un quadro chiaro della situazione della sanità pubblica italiana emerge dall’ultimo rapporto della Fondazione Gimbe, diffuso nei giorni scorsi, poco prima del G7 della sanità. Dal rapporto risulta che la spesa degli Italiani per sanità privata è aumentata del 10% nell’ultimo anno e che la spesa sanitaria italiana è molto più bassa dal 2012 al 2023 rispetto alla media Ue. La possibilità di fare prevenzione o controlli è, dunque, fondamentale.“In un simile scenario – sottolinea il presidente di Tema Vita Massimo Barbini – il rischio è che si creino disparità sociali nelle possibilità di accesso alla cura e alla prevenzione perché non tutti possono permettersi di pagare di tasca propria, tanto che dal rapporto Gimbe emerge che 4,5 milioni di persone in Italia, di fatto rinuncia alle cure. Con la nostra campagna intendiamo intervenire proprio per evitare sempre più che questo accada, anzi vogliamo semplificare l’accesso alle cure ed è per questo che abbiamo deciso che tutti devono poter accedere ai nostri sconti e rimborsi e chi non è ancora socio può diventarlo contestualmente, ad un costo veramente contenuto. Inoltre è possibile usufruire della prestazione medica sia in centri convenzionati che non, sia pubblici che privati.”

Nel dettaglio, la campagna che ha preso il via il 14 ottobre e sarà valida fino al 16 dicembre 2024, prevede che i soci che aderiranno, potranno usufruire di uno sconto variabile tra il 40 e il 50%: sarà del 40% se la domanda verrà presentata su modello cartaceo; lo sconto sarà invece del 50% se la domanda verrà presentata tramite l’accesso all’area riservata ai soci sul sito web www.temavita.it o sull’App TEMA Vita e tramite il canale BCC Mutuality Service. Nel caso poi di utilizzo di strutture o medici specialisti convenzionati, il risparmio per il Socio può arrivare fino al 60% grazie allo sconto praticato direttamente dalla struttura convenzionata.

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Attualità

L’artista cubano Leoni Torres in concerto a Torvaianica

Redazione Foritalynews

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Domenica 13 Ottobre il Lungomare di Torvaianica, litorale a sud di Roma, risuona al ritmo della musica cubana. Appuntamento dalle ore 18.00 allo stabilimento balneare “Playa del Mar” per l’attesissimo concerto di Leoni Torres: una serata all’insegna della musica, del divertimento e della convivialità. Tappa italiana per il cantante, compositore e produttore musicale cubano che ha già fatto ballare in giro per l’Europa tutti gli amanti del mondo latino e della salsa.

Dagli esordi con i South Coastcon e il successo con i Charanga Habanera alla carriera da solista con sei album all’attivo e duetti con figure di spicco come Pablo Milanés, Descemer Bueno e Kelvis Ochoa, la produzione del compositore latino si contraddistingue per sonorità cubane con influenze pop e romantiche. Negli anni il suo successo ha valicato i confini nazionali conquistando il cuore di milioni di fan in tutto il mondo e ora arriva sul litorale romano.

Lo stabilimento “Playa del Mar”, da anni un vero punto di riferimento per tutto il mondo latino della Capitale – gestito dall’imprenditrice cubana Liriaudys Marti, membro del gruppo Terziario Donna Confcommercio Roma – farà da cornice ad uno show imperdibile, un assaggio della magia di Cuba con brani iconici e la potente presenza scenica di Leoni Torres.

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