Mobilità
Sicurezza dei trasporti aerei a guida italiana
Affidato ad un’impresa del gruppo TerniEnergia lo sviluppo del nuovo sistema europeo
La nuova piattaforma per la sicurezza dei trasporti aerei europei sarà italiana. Lo sviluppo della nuovo sistema è stato affidato alla Softeco Sismat, digital company del gruppo TerniEnergia, in partnership con Fincons, che ha infatti vinto la gara bandita dall’European Aviation Safety Agency.
Obbiettivo, lo sviluppo di una nuova piattaforma per la sicurezza dei trasporti aerei. Si tratta di una soluzione composta da differenti applicazioni, con funzionalità avanzate realizzate per assistere gli Enti di trasporto nazionali ed europei nella raccolta, condivisione e analisi delle loro informazioni di sicurezza al fine di migliorare la sicurezza del trasporto aereo civile.
Il contratto quadro di durata triennale (2019-2021) prevede l’assegnazione dei lavori a tre differenti raggruppamenti, per un importo complessivo di 3,5 milioni euro.
La decisione è stata assunta dalla Direzione generale della Commissione europea DG Move. Il raggruppamento formato da Softeco e Fincons S.p.A., azienda di consulenza informatica di respiro internazionale, si occuperà dello sviluppo e realizzazione della nuova piattaforma che sarà denominata ECCAIRS 2.0, o molto più in breve E2.
Il refactoring dell’attuale versione di ECCAIRS (European Coordination Centre for Accident and Incident Reporting Systems) in una versione totalmente nuova, sfruttando le più recenti tecnologie, costituisce l’obiettivo principale del progetto E2.
Mobilità
Le sfida della nuova mobilità sostenibile
La transizione eco-razionale della mobilità consentirà di raggiungere il contenimento delle emissioni di C02 su livelli prossimi agli obiettivi
Grazie alla costante evoluzione delle tecnologie, alla naturale crescita dell’elettrificazione dei veicoli e alle spontanee scelte del mercato, progressivamente e senza forzature, è possibile raggiungere una nuova mobilità sostenibile, che salvaguardi il diritto universale alla mobilità, specie nelle aree metropolitane, e garantisca un significativo miglioramento della qualità dell’aria e la tenuta del forte settore automotive italiano”.
Sono parole del presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani. in occasione della “Conferenza del Traffico e della Circolazione”, che si è tenuta il 26 novembre a Roma, alla presenza del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e della Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli.
E’ stata l’occasione per presentare lo studio “Per una transizione energetica eco-razionale della mobilità automobilistica”, realizzato da Fondazione Caracciolo – Centro Studi dell’Automobile Club d’Italia, Enea e Cnr -Dipartimento di Ingegneria, Ict e Tecnologie per l’energia e i trasporti.
Dai lavori è emerso che, grazie agli sforzi congiunti di industria dell’auto e dell’energia, e ai significativi risultati già conseguiti dai veicoli benzina e diesel in fatto di riduzione delle emissioni inquinanti (PM, CO, NOx), l’Italia riuscirà a sfiorare l’obiettivo 2030 – ridurre a 49 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti le emissioni di “gas serra” – in uno scenario tendenziale che non prevede politiche incentivanti.
“La transizione eco-razionale della mobilità – ha proseguito Sticchi Damiani – consentirà di raggiungere il contenimento delle emissioni di C02 su livelli prossimi agli obiettivi fissati dall’Europa al 2030. Un’ulteriore auspicabile accelerazione di questo percorso potrà arrivare dal sostegno a rottamare le vecchie auto da Euro 0 a 3, le più inquinanti, con auto più sicure e avanzate, quali, ovviamente, le ultimissime Euro 6d e come anche le recenti e più accessibili Euro 4 e Euro 5.”
Giuseppina Fusco, presidente della Fondazione Caracciolo, ha invece spiegato come “ciascun motore e vettore energetico apporterà un contributo importante agli obiettivi di decarbonizzazione nel nostro Paese, in virtù degli investimenti in atto e in programma per i prossimi anni. È necessario, quindi, un quadro regolatorio chiaro e certo che, in ottica di neutralità tecnologica, consenta alle imprese di proseguire nelle strategie di investimento, leva centrale dell’evoluzione energetica dell’automobile, e le scelte di policy dovranno essere fondate su criteri di eco-razionalità, che coniughino le esigenze ambientali con quelle economiche e sociali”.
Mobilità
“Devo comprare la macchina, vado sull’usato e poi vedo”
Ibrida, elettrica, a gas, oppure… il mercato auto nell’incertezza sceglie l’attesa
Gli italiani, alle prese con un mercato dell’auto in crisi e piano di incognite figlie della corrente tendenza ambientalista – che sembra portare verso tecnologie nuove ma ancora di incerta efficacia, vedi elettrico – scelgono l’auto usata, soprattutto in area diesel. Diventa, insomma, un bene rifugio nell’attesa di capire dove andrà a parare il settore.
Secondo gli ultimi dati dell’Aci, infatti, ancora una volta, a fronte di un consistente calo delle prime iscrizioni di autovetture diesel, in calo del 20,2%, va in controtendenza, a settembre, l’aumento del 4,2% dei passaggi di proprietà delle quattro ruote alimentate a gasolio, che hanno incrementato di mezzo punto percentuale la propria quota sul totale: dal 49,2% di settembre 2018 al 49,7% dello stesso mese del 2019.
Segno più, in generale, per il mercato dell’usato rispetto allo stesso mese del 2018. I passaggi di proprietà delle autovetture hanno archiviato a settembre una variazione mensile positiva complessiva del 3,2%.
Insomma per ogni 100 auto nuove ne sono state vendute 179 usate nel mese di settembre e 154 nei primi nove mesi dell’anno. Positivo anche il bilancio dei passaggi di proprietà delle due ruote, che, al netto delle minivolture, a settembre hanno registrato una variazione mensile positiva del 4,3%.
Nei primi nove mesi dell’anno sono state rilevate, complessivamente, crescite dell’1,2% per le autovetture e dello 0,7% per tutti i veicoli, contro una flessione dello 0,3% per i motocicli.
In crescita anche le radiazioni di autovetture, le rottamazioni, che hanno messo a segno un incremento mensile del 7,5%. In aumento anche le radiazioni di motocicli con un incremento mensile del 3,9%.
Mobilità
Smart Mobility: un’opportunità per la crescita
Le grandi potenzialità legate ai nuovi sistemi tecnologici in due documenti presentati a Roma da TTS Italia
L’Italia è un Paese che si muove su gomma. Il 91,19% degli spostamenti avviene su strada con evidenti conseguenze negative in termini di congestionamento, inquinamento ambientale e sicurezza. A questo va aggiunto che la domanda di trasporto stradale presenta notevoli squilibri territoriali, in quanto i flussi di traffico sono essenzialmente concentrati su alcune direttrici critiche e nei nodi attorno alle principali aree metropolitane ed industriali del Paese. Sul fronte della sicurezza, i valori assoluti dell’incidentalità stradale, anche se inferiori in confronto agli anni precedenti rimangono molto alti soprattutto in ambito urbano dove si verifica circa il 75% degli incidenti, con impatti sociali ed economici estremamente preoccupanti.
Gestire in maniera “smart” la mobilità significa quindi incidere in modo rilevante sulle criticità. Esperienze avviate in altre Paesi europei e negli Stati Uniti hanno dimostrato che l’applicazione degli ITS conduce a una riduzione dei tempi di spostamento dell’ordine del 20%, a un aumento della capacità della rete dal 5 al 10 per cento, a una diminuzione degli incidenti del 10-15%, delle congestioni del 15%, delle emissioni inquinanti del 10% e dei consumi energetici del 12%.
È un lavoro duro, quindi, ma qualcuno deve pur farlo: redigere i PUMS, ossia i Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile. Mobilità urbana, MaaS, logistica, sicurezza stradale e smart road, insomma, per far crescere l’Italia. Sono queste in sintesi le cinque aree di intervento nelle quali una massiccia dose di tecnologia e digitalizzazione sarebbe in grado di incidere fortemente sullo sviluppo dell’intero sistema Paese.
La realizzazione della smart mobility ha dimostrato in altri Stati vantaggi indiscutibili come per esempio la riduzione del 20% dei tempi di spostamento e l’aumento del 10% della capacità infrastrutturale. L’analisi delle potenzialità legate ai nuovi sistemi tecnologici è contenuta in due documenti redatti da Tts Italia, l’Associazione che rappresenta circa 80 realtà del settore e presentati l’11 luglio a Roma nell’ambito del convegno “Smart Mobility: un’opportunità per la crescita” alla presenza di rappresentanti del Governo, delle istituzioni e delle amministrazioni locali appunto impegnate a redigere i PUMS.
“Occorre puntare sullo sviluppo di una mobilità intelligente – ha dichiarato Rossella Panero, Presidente di TTS Italia– in grado di portare benefici sia all’utente del trasporto che all’intero sistema economico italiano. Ecco perché la nostra associazione ha voluto tracciare nel dettaglio le azioni da compiere nell’immediato”.
Sono cinque i passi decisivi verso la smart mobility individuate nel documento “Le proposte di TTS Italia per la Smart Mobility”: miglioramento della sicurezza stradale, efficientamento della logistica, realizzazione dei servizi MaaS (Mobility as a Service), ottimizzazione della mobilità urbana ed extraurbana, sviluppo delle smart road e dei veicoli autonomi. Secondo TTS Italia c’è bisogno di continuare l’azione programmatoria avviata con il Piano di Azione ITS Nazionale nel 2014 a cui andrebbe aggiunta una copertura finanziaria finora assente. Una spinta verso un trasporto pubblico locale più smart potrebbe arrivare dall’utilizzo di una parte del Fondo per il Tpl, già stanziato e in capo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Un altro punto è l’implementazione del MaaS, un sistema basato su piattaforme tecnologiche che consentono di rendere disponibili diversi servizi offerti su un territorio (sosta, pedaggio/ZTL, taxi, car sharing, bike sharing, car pooling, trasporto pubblico locale, ecc.), fornendo le informazioni e consentendo un pagamento unico. Per mettere a frutto questo sistema però è necessario definire delle Linee guida al fine di garantire lo sviluppo di un mercato armonizzato. Per le smart road e i veicoli connessi sarebbe necessario l’inserimento nella prossima legge di Stabilità di una quota di finanziamento per le applicazioni sulla rete infrastrutturale italiana. Infine, per snellire la mobilità urbana sarebbe utile una quota di finanziamento a favore degli enti locali che stanno realizzando i Pums. Gli ITS, Sistemi di trasporto intelligenti sono i protagonisti assoluti di questi piani.
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