Religioni
“La paternità non va confusa con l’avere biologicamente dei figli”
Il ruolo della paternità al centro del dibattito alla Pontificia Università della Santa Croce con la Dott.ssa Mariolina Ceriotti Miglianese, medico, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta
Nell’Aula magna “Giovanni Paolo II” della Pontificia Università della Santa Croce di Roma, mercoledì 9 marzo si è tenuto un in contro con la Dott.ssa Mariolina Ceriotti Miglianese – medico, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta – sul tema della paternità, della crisi che oggi la affligge, e della specificità delle caratteristiche maschili e femminili. L’incontro è stato organizzato in occasione della Festa dell’Università che celebra l’anniversario del suo primo gran Cancellere il beato Álvaro del Portillo.
Nucleo centrale della tesi della dottoressa è che per diventare padri è richiesto un percorso con tappe di sviluppo che devono compiersi e svilupparsi l’una dopo l’altra. “La paternità non va confusa con l’avere biologicamente dei figli” ma, nella vita di un uomo, “segue tappe di maturazione con compiti evolutivi che vanno completati tutti per passare al successivo. Se uno non è compiuto non ci si sviluppa nell’altro”. Il tema della paternità, dunque, consiste nel far capire che “il maschile adulto è lo sviluppo e il compimento di una posizione paterna” ha spiegato la dottoressa.
Questo percorso, teorizzato da Erikson, ha approfondito la psicoterapeuta, indica che “il compito specifico dell’età adulta è la generatività, una capacità che va oltre la procreatività, e comprende anche la creatività e la produttività”. La generatività è anche “avere cura di ciò che si genera”. Quindi “avere una responsabilità verso ciò che si genera, spostando il proprio baricentro personale da noi stessi verso ciò che abbiamo generato. È rispondere all’appello dell’altro. La risposta alla fiducia che l’altro ripone in noi”. In questo senso, ragiona la dottoressa, “si tratta di una competenza adulta che si può avere solo se si sono adempiute le tappe precedenti: l’infanzia, l’adolescenza – in cui avviene il compimento e il consolidamento dell’identità: chi sono, cosa desidero, cosa significa per me il maschile e femminile – e la tappa del giovane/adulto nella quale si ha una percezione di sè con un baricentro definito”. Nella tappa del giovane/adulto è fondamentale la “competenza all’intimità”, cioè “riuscire ad incontrare l’altro nella differenza vista come ricchezza”. Questo implica accettare anche i limiti imposti dalla realtà, legittimare la differenza e il valore della differenza. “Questo è un valore difficile da capire oggi, perché la tendenza attuale nella ricerca di un legame affettivo non è quella di cercare un altro diverso da me con legittime differenze, ma trovare qualcuno per me che risponda alle mie aspettative o bisogni”. Invece “sono proprio i limiti ad aiutarci a scegliere, perché tramite i limiti noi capiamo cosa dobbiamo lasciare andare, per spingerci al di là del narcisistico amore di sé stessi e aprire la mente e il cuore verso qualcosa che va oltre di noi. Questo permette di aprirsi all’altro”. Dunque secondo la dottoressa, il paterno non è altro che ”il modo maschile di essere generativi”. Il modo femminile è invece il materno. Entrambi hanno gli stessi desideri che si differenziano nel modo di essere generativi. “Non si tratta di un compito gravoso e difficile, così come il materno, e non c’è un’ottica sacrificale, ma espansiva”. Cioè man mano che la persona matura avverte il bisogno di diventare padre e madre, ad aprirsi ad una dimensione creativa. “Questa creatività è un incontro tra cosa abbiamo al nostro interno con ciò che c’è all’esterno. Ad esempio, una ricetta, che nasce dal desiderio di condividere qualcosa fatto da noi, poi diventa esterno, cioè il prodotto, il dolce, che viene offerto agli altri”. Nella generatività, sottolinea la Ceriotti Miglianese, c’è anche l’aspetto del compiacimento – come, ad esempio, c’è anche quando si scrive un libro – e “da questo punto di vista i figli sono il massimo. Il piacere in quanto padri è vedere che il prodotto (figli, libro, torta, ecc.) ha gambe per andare nel mondo”.
Nel rapporto uomo-donna come influisce questo aspetto della paternità e maternità? “le donne desiderano incontrare nell’uomo anche la posizione paterna e viceversa. La donna desidera uomini generativi e dunque competenti nel paterno e che escano dalla dipendenza infantile madre-bisogno”. Nelle tappe di crescita, spiega la dottoressa, “l’uomo deve fare un passaggio dalla figura di madre, che rappresenta il primo bisogno, a quello di donna. Deve imparare a capire che esistono diverse figure femminili a cui relazionarsi nel tempo”. “Una donna desidera un uomo che lavori su questo punto. Ha bisogno di uomini di cui fidarsi. E uomini capaci di rispetto e stima”.
La paternità più alta è quella del modello tra Dio Padre e il Figlio. È il modello da seguire. “È il padre che indica la rotta, che dà i valori, che insegna ad accettare il dolore, che aiuta il figlio a trovare la sua vocazione, che insegna a farsi le domande giuste sulla propria vita. Cosa chiede un figlio al padre? gli chiede: tu ci sarai sempre per me? ti interessi di me? insegnami la strada del bene. Sostienimi, dammi credito, dammi tempo. Sei fiero di me? aiutami a non aver paura”.
Religioni
Nominato il nuovo Rettore alla Pontificia Università della Santa Croce
Si tratta del rev. prof. Fernando Puig, attualmente Decano della Facoltà di Diritto Canonico
Entrerà in carica l’1 ottobre 2024, con l’inizio dell’Anno accademico, il rev. prof. Fernando Puig come nuovo Rettore della Pontificia Università della Santa Croce di cui quest’anno ricorre il 40º anniversario della fondazione. Subentra al rev. prof. Luis Navarro che, dopo otto anni di mandato, in quella stessa data andrà in pensione, incorporato alla Santa Croce nel 1986.
Il rev. Fernando Puig è nato a Terrassa, in Spagna, nel 1968, ed è sacerdote incardinato nella Prelatura della Santa Croce e Opus Dei dal 2004. Professore ordinario di Diritto dell’Organizzazione e del Governo della Chiesa presso la Facoltà di Diritto Canonico è Dottore di ricerca in Diritto privato presso l’Università di Barcellona e Università di Girona. Ha conseguito anche un dottorato in Diritto Canonico e in Teologia dogmatica ed è autore di numerosi contributi e articoli su riviste specializzate.
“La Comunità Accademica ringrazia il prof. Luis Navarro per gli anni di lavoro come Rettore al servizio della nostra Istituzione” si legge in una nota. Nel corso dei due mandati “si è avviato un processo di riforma dell’organizzazione interna, professionalizzando diverse procedure di lavoro; si sono attivate misure economiche e finanziarie per garantire la sostenibilità. Negli ultimi anni si è inoltre dato un ulteriore impulso alla ricerca, attraverso la creazione di progetti interdisciplinari e interuniversitari, che coinvolgono studiosi e ricercatori provenienti da Università di diversi Paesi”.
Sotto la guida di Navarro, inoltre, “l’Università ha aderito ai progetti finalizzati a favorire la mobilità studentesca e tra i docenti, in linea con quanto richiesto dalla Costituzione Veritatis gaudium di Papa Francesco”.
Attualità
Tutela dei Minori
Accordo di Collaborazione tra la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e la Pontificia Università della Santa Croce
Mercoledì 7 febbraio 2024, presso Casa Santa Marta, è stato firmato un Accordo di collaborazione tra la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e la Pontificia Università della Santa Croce, nella comune missione di prevenzione degli abusi e tutela dei minori e adulti vulnerabili propria della Chiesa universale.
La firma è stata apposta dal Cardinale Seán O’Malley, OFM, in qualità di Presidente della Commissione, e dal rev. Luis Navarro quale Rettore Magnifico della Pontificia Università della Santa Croce.
Il cardinale O’Malley ha spiegato come: “Questa intesa si inserisce nel tessuto di accordi di collaborazione che la Commissione firma con altre enti ecclesiali per portare avanti la sua missione, per cui siamo grati alla Santa Croce per la sua generosità in questo progetto”.
Il Rettore della Santa Croce ha commentato: “siamo contenti di essere al servizio ad uno sforzo cruciale e comune all’interno della Chiesa e la Santa Croce vuole fare la sua parte”.
Nello specifico, l’Università della Santa Croce potrà ospitare iniziative legate alla missione della PCTM (art. 2) oltre a favorire l’organizzazione di Seminari, Corsi di formazione sia per docenti, studenti e personale non docente, nonché attività di formazione permanente per il personale della Commissione o stage per i Dottorandi presso la stessa PCTM (art. 5).
Le due Istituzioni prevedono di redigere annualmente una relazione sulle iniziative svolte, che potrà essere resa pubblica attraverso i rispettivi canali.
La collaborazione ha una validità triennale e potrà essere rinnovata.
Cultura
PREMIO “GIUSEPPE DE CARLI” 2023: IL 30 NOVEMBRE LA CERIMONIA DI PREMIAZIONE
Tavola rotonda su “LA SPERANZA E I SUOI VOLTI” CON IL VESCOVO FISICHELLA, SANTIAGO SANZ E PIERO DOMINICI
Si svolgerà giovedì 30 novembre 2023, alle ore 15.30, la cerimonia di consegna della settima edizione del Premio “Giuseppe De Carli”, presso la Pontificia Università della Santa Croce (Aula Álvaro del Portillo), partner accademico dell’Associazione costituita per ricordare la figura del vaticanista della Rai, scomparso nel 2010.
L’annuncio e la premiazione dei vincitori, per le diverse sezioni proposte, saranno anticipate da una tavola rotonda sul tema “La Speranza e i suoi volti“.
“Mentre nel mondo imperversano guerre in ogni latitudine, con migliaia di vittime accertate, in questa edizione del Premio De Carli vogliamo riflettere sui diversi volti della speranza, per allontanare il rischio della disperazione e cercare spiragli di rinascita anche laddove sembra impossibile che scaturisca – ha dichiarato il Presidente dell’Associazione, il professore Giovanni Tridente. – Per questo ci avvarremo di un teologo esperto in escatologia e di un sociologo studioso della complessità, per concludere con uno sguardo proiettato al prossimo Giubileo del 2025, che Papa Francesco ha voluto dedicare proprio alla speranza“.
Infatti, dopo i saluti del prof. Daniel Arasa, decano della Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce, e del Presidente Tridente, moderati da Alessandra Ferraro, giornalista Rai, interverranno il teologo Santiago Sanz, docente di Escatologia presso la Santa Croce e Piero Dominici, docente di sociologia presso l’Università degli Studi di Perugia. Le riflessioni conclusive saranno affidate il al Vescovo Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e coordinatore degli eventi del Giubileo 2025.
A seguire, l’annuncio dei vincitori di questa settima edizione e la premiazione dei migliori lavori delle tre sezioni: “Chiesa, guerra e pace”; “Narrare le migrazioni: storie, volti, speranze”; “La funzione delle tradizioni religiose in favore del dialogo, della pace e della libertà”, le ultime due bandite in collaborazione con il Comitato “Comunicazione e migranti” e con il Comitato “Giornalismo & Tradizioni religiose”.
I lavori di questa edizione 2023 del Premio De Carli – circa 40 – sono stati valutati da tre qualificate giurie composte, per quanto riguarda la prima sezione, da José María Ballestrer Esquivias, giornalista de El Debate;Lucia Capuzzi, inviata di Avvenire; Paolo Conti, editorialista del Corriere della Sera;Fausto Gasparroni, giornalista dell’ANSA;Massimiliano Padula, docente Università Lateranense;Andrea Picardi, giornalista e manager della comunicazione; Carla Rossi Espagnet, docente Università della Santa Croce; e dalla giornalista Valentina Petrini.
Per maggiori informazioni sulle precedenti edizioni del Premio, si può visitare il sito web www.associazionedecarli.it o seguire gli account Facebook e Twitter dell’Associazione.
Per confermare la propria partecipazione scrivere a info@associazionedecarli.it
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