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Economia

Paesi fantasma: “I nuovi abitanti si cercano con il lavoro”

Mario Russo

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Il recupero dei villaggi abbandonati è possibile. La rinascita di Castel del Giudice, borgo molisano, è un modello esportabile

Nel Belpaese, secondo un’inchiesta di Der Spiegel su una mappatura di Google Earth, sarebbero 1500 i villaggi fantasma . Suggestivi borghi e paesini abbandonati da secoli che pure hanno lasciato tracce indelebili delle persone che ci hanno vissuto…

Il recupero dei villaggi abbandonati è possibile. La rinascita di Castel del Giudice, borgo molisano, è un modello esportabile

 

Nel Belpaese, secondo un’inchiesta di Der Spiegel su una mappatura di Google Earth, sarebbero 1500 i villaggi fantasma. Suggestivi borghi e paesini abbandonati da secoli che pure hanno lasciato tracce indelebili delle persone che ci hanno vissuto.

In un Paese che detiene il 60% dei beni culturali mondiali, in cui il patrimonio storico-artistico architettonico costituisce parte essenziale dell’identità culturale si potrebbe dare la colpa proprio all’abbondanza oltre che alla perenne mancanza di fondi. L’errore è guardare alla conservazione e al recupero di questa “memoria del passato” soltanto come un onere, una spesa, e non come un patrimonio, una risorsa capace di produrre ricchezza.

Per fortuna negli ultimi anni non sono mancate le iniziative per cercare di invertire la rotta, di capovolgere questo punto di vista. Un esempio virtuoso, in tal senso, è rappresentato da Castel del Giudice, un paesino dell’Appennino molisano che rischiava di scomparire. Ora è modello di recupero: una Rsa, un meleto e un albergo diffuso sorgono al posto di strutture dismesse e terreni abbandonati.

Una popolazione di poco più di 300 abitanti e una natalità pari allo zero sembravano aver votato Castel del Giudice alla sparizione. Ma grazie alla tenacia degli abitanti rimasti, al coraggio e l’intraprendenza dell’amministrazione locale il paese è rinato. Tre i progetti della svolta: l’Rsa San Nicola (una residenza sanitaria assistenziale per anziani e disabili), l’albergo diffuso e Melise ( un meleto bio).

«Basta con questo aspettare che qualcuno ti tiri fuori dai guai… Basta. Abbiamo pensato di trasformare le debolezze in punti di forza – afferma Lino Gentile, sindaco di Castel del Giudice – facciamo una public company – ho detto a suo tempo – chi ci sta?» Il sì più importante gli è arrivato da un emigrato molisano, Ermanno D’Andrea tornato in zona a impiantare una succursale dell’azienda meccanica creata dal padre Marino, grazie alla quale aveva fatto fortuna nel Milanese. C’è lui dietro la Rsa San Nicola. Una scuola chiusa da trent’anni diventata residenza sanitaria assistenziale. Orgoglio locale, anche perché è l’unica struttura del genere in tutta la regione. La residenza, che ospita per lo più anziani che arrivano da tutto il Molise, ma anche dall’Abruzzo, è diventa leader e ha creato 25 posti di lavoro che saranno di più, come precisa Gentile, perché un’altra struttura recuperata e adibita a residenza assistenziale è in ristrutturazione.

«I nuovi abitanti si cercano col lavoro» afferma ancora il sindaco. Con questa idea in testa, 50 vecchi proprietari di stalle abbandonate danno il via all’avventura di Borgo Tufi. Le stalle, insieme ad altri edifici abbandonati, riscattati e ristrutturati secondo criteri di fedeltà al loro carattere originario hanno segnato la rinascita del Borgo. Collegati alle infrastrutture del Comune (che partecipa agli utili per il 20 per cento), sono diventati uno splendido albergo diffuso, con spa, ristorante gourmet e affaccio sulla valle del Sangro. Un punto di partenza utile per conoscere il territorio circostante di incontaminata bellezza e per raggiungere anche mete più note come Agnone o Roccaraso.

Ma non basta, perché settantacinque cittadini insieme ad Ermanno d’Andrea e il Comune fanno nascere la «Melise», che ha segnato la rimessa in produzione di quasi quaranta ettari di terreno agricolo dismesso, trasformato in un meleto biologico con quattro dipendenti stabili e circa venti stagionali. Melise è l’azienda che cura la produzione e che vede, appunto, la compartecipazione di cittadini, investitori e pubblica amministrazione.

L’ultimo progetto è Artemisia, la prima Cooperativa di Comunità Agricola del Molise, presentata dal sindaco Lino Gentile al Festival della Soft Economy di Symbola a Treia (MC), nel mese di luglio. In particolare il sindaco è stato al centro del panel sulle “comunità creative e accoglienti, tra cultura, inclusione, partecipazione ed innovazione sociale”. Un argomento che vede in Castel del Giudice un esempio a livello nazionale grazie, appunto, alle efficaci politiche messe in atto negli ultimi anni, per lo sviluppo agricolo, economico e sociale del territorio. «La montagna va interpretata come opportunità – ha sottolineato Gentile alla platea di rappresentanti istituzionali di tutta Italia – facendo innovazione con la legge e puntando all’inclusione sociale. Le aree interne vanno guardate con occhi nuovi, superando i vecchi modelli e trasformando i punti di debolezza in punti di forza. Devono essere luogo di piccoli laboratori sociali e gestionali, coinvolgendo direttamente i cittadini nelle scelte di sviluppo». Artemisia, che non a caso porta il nome di una pianta resiliente darà lavoro a cinque giovani under 35 di Castel del Giudice, includendo in attività lavorative anche le quattro famiglie di migranti che da qualche mese sono in paese grazie al progetto Sprar a cui ha aderito il Comune.

«Il progetto nasce dall’idea di mettere al centro da una parte le persone della comunità che partecipa attivamente e dall’altra il territorio – spiega la presidente di Artemisia Náthalie Scaffidi Militone –. Tra settembre ed ottobre i terreni ora in stato di abbandono saranno già pronti per essere lavorati, al fine di far crescere piante di frutti di bosco. Sarà creato anche un laboratorio per la trasformazione in marmellate, composte e succhi di frutta. E c’è l’idea di trasformare una vecchia stalla in fattoria didattica. Altri saranno adibiti alla crescita di erbe spontanee, aromatiche ed officinali».

In un’area che dal dopoguerra in poi ha visto flussi inarrestabili di emigrazione verso le grandi città adesso c’è addirittura chi arriva a Castel del Giudice per lavorare. Il successo sta nella coesione tra cittadini, amministrazione e imprenditori che hanno investito nei progetti.

Profetiche le parole del sindaco Lino Gentile : «I nuovi abitanti si cercano con il lavoro». Qualche fiocco rosa o azzurro è in arrivo. A breve, infatti, nasceranno tre bambini: due da mamme italiane, uno da mamma ghanese.

 

Direttore di Foritalynews, docente alla Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce, competenze in tecnologie della comunicazione audiovisiva e multimediale e nel marketing. Esperto in comunicazione istituzionale e comunicazione politica (almeno credevo! Vista l'anti-comunicazione attuale). Particolarità: non ho ancora deciso cosa farò da grande.

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Economia

Greenthesis: “Stimolare l’innovazione circolare coinvolgendo Startup e PMI”

Il Gruppo, insieme a Circular Economy Lab, lancia “Call4Circular – Innovation for Environmental Services”, progetto di open innovation per i servizi ambientali

Paolo Castiglia

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Greenthesis S.p.A. comunica che è giunto alla fase finale il progetto di circular open innovation denominato “Call4Circular – Innovation for Environmental Services”, volto a scoprire e sostenere soluzioni innovative dedicate ad accrescere la sostenibilità nei servizi ambientali.

Tale progetto, sviluppato in partnership con il Circular Economy Lab – iniziativa congiunta di Cariplo Factory e del Centro per l’innovazione di Intesa Sanpaolo – è nato con l’obiettivo di stimolare l’ecosistema dell’innovazione circolare tramite il coinvolgimento diretto di imprenditori, startup e PMI, italiane e internazionali, a cui è stato chiesto di proporre idee e soluzioni tecnologiche all’avanguardia capaci, da un lato, di abilitare nuovi approcci e sinergie nei servizi ambientali, dall’altro, di accelerare la transizione verso modelli di business sempre più sostenibili.

Con ben 111 candidature provenienti da vari Paesi, “Call4Circular” ha attratto progetti all’interno di quattro macro- aree chiave preliminarmente identificate da Greenthesis:

1. Material Recovery: soluzioni per il recupero di materiali critici, quali, ad esempio, plastiche difficili da riciclare e biomasse;

2. Water: innovazioni per la gestione delle risorse idriche e il trattamento degli inquinanti;

3. Energy & Environment: iniziative per la produzione di energia pulita e la riduzione dell’impatto ambientale;

4. AI & Digital: tecnologie di intelligenza artificiale e digitalizzazione per ottimizzare le risorse e migliorare l’efficienza dei processi operativi.

Nella fase di scouting e valutazione sono state analizzate tutte le candidature ricevute al fine di poter individuare le idee e le soluzioni di maggior interesse. Il più ristretto numero di realtà così selezionate a valle di questo primo approfondito screening è stato quindi invitato al Selection Day tenutosi lo scorso 28 ottobre, un evento nel corso del quale tali startup e PMI hanno potuto illustrare e dettagliare ulteriormente le rispettive proposte di possibili sinergie tecnologiche, commerciali e imprenditoriali potenzialmente sviluppabili con il Gruppo Greenthesis.

Simona Grossi, CEO di Greenthesis S.p.A., ha dichiarato: “Greenthesis è da anni proiettata verso l’innovazione tecnologica con un business model fondato sui principi della sostenibilità. La Call4Circular rappresenta per noi un’importante occasione per identificare e sostenere soluzioni all’avanguardia che possano ridurre i rischi e valorizzare le opportunità offerte dalle sfide ambientali, sociali e di mercato, in una logica di crescita responsabile e duratura”.

Vincenzo Cimini, Direttore Generale e CFO del Gruppo Greenthesis, ha aggiunto: “Greenthesis declina le proprie decisioni di sviluppo su tre dimensioni fondamentali: economica, sociale e ambientale, il tutto con l’obiettivo di creare valore condiviso per i nostri stakeholder. Progetti come Call4Circular, teso a scovare i nuovi talenti della Green Economy, non solo rafforzano il nostro know-how tecnologico, ma ci aiutano a consolidare la nostra posizione di leader nella gestione sostenibile dei rifiuti e nella transizione verso l’economia circolare”.

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Economia

A rischio la Farmacia dei servizi in Toscana

Federfarma Arezzo – Grosseto – Siena: L’inerzia della Regione Toscana mette fortemente a rischio la sua realizzazione

Paolo Castiglia

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La piena attuazione della Farmacia dei Servizi nella Regione Toscana è fortemente a rischio. Il cronoprogramma sulla sperimentazione dei servizi, stilato e deliberato dalla Regione, non è infatti sufficiente a garantire la reale applicazione operativa delle Farmacie. A lanciare l’allarme le Associazioni dei titolari di Farmacia Privata delle Province di Arezzo, Grosseto e Siena, rispettivamente con i Presidenti Roberto Giotti, Alfredo Discepoli e Maria Elena Franceschini.

“Una sterile e insufficiente proposta autoreferenziale della Regione – spiegano i presidenti Federfarma – e una sorta di ‘contentino’ per le Farmacie, che cerca nei suoi limiti amministrativi di recuperare credibilità e tempi sull’intera tralasciata questione della sperimentazione dei servizi”.I farmacisti del territorio della Regione Toscana hanno ribadito più volte, sia nelle sedi istituzionali che nei dibattiti congressuali, “la necessità di un rapido via libera alla sperimentazione e convenzionamento della farmacia dei servizi, consci dell’importanza che riveste nel rapporto tra Cittadini e Sanità. L’elaborato presentato della Regione dimostra invece la mancanza di comprensione di questa importanza”. “Con la loro rete capillare – spiegano – le Farmacie rappresentano l’avamposto indispensabile ed insostituibile del Sistema Sanitario, dove si può costruire la fiducia tra Cittadino e Sanità. Non solo luogo di dispensazione dei farmaci ma luogo prossimale anche di dispensazione di servizi. Un centro utile non solo al cittadino in termini di risparmi sociali di tempo e denaro ma anche per l’intero SSN. Dispensare in modo agevole e prossimale nelle Farmacie prestazioni analitiche di prima istanza e servizi di Telemedicina (Holter pressorio, Holter cardiaco, ECG, Spirometria), e servizi di monitoraggio di aderenza alla terapia farmacologica per pazienti cronici di ipertensione, diabete e BPCO in coerenza con le indicazioni ministeriali, così come la somministrazione di vaccini, tamponi e screening, già in atto, permetterebbe infatti anche di ridurre il disagio delle liste di attesa dell’Assistenza Sanitaria e un sicuro risparmio da parte del SSR come già sta avvenendo da qualche tempo in altre Regioni dove sono stati già strutturati e convenzionati tali Servizi (ad esempio: Lombardia – Piemonte – Liguria – Marche – Calabria – Puglia – Campania)”.

La Regione Toscana si era impegnata già da tempo, più volte, con dichiarazioni del Presidente Giani, a dare pieno sostegno, in tempi brevi e certi, alla realizzazione della Farmacia dei Servizi, tenendo conto anche della disponibilità finanziaria, ma l’attuale cronoprogramma presentato e deliberato a settembre non può che far presagire che gli impegni presi verranno disattesi. Il cronoprogramma è inoltre del tutto in contrasto con il D.L. 23 maggio 2022 n°77, che individua, nell’ambito degli obiettivi del PNRR, i modelli e gli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel SSN, che vedeva proprio nelle Farmacie convenzionate con il SSN presidi sanitari di prossimità ed elemento fondamentale ed integrante del Servizio sanitario nazionale.

Sono diversi gli ostacoli posti alla sperimentazione della Farmacia dei Servizi in Toscana, da quelli politici a quelli burocratici, organizzativi e informatici, come il mancato avvio delle procedure necessarie, nonché quelli riguardanti le normative restrittive in particolare sulle criticità presentate dalla legislazione sulla privacy, risolti in altre Regioni, passando per l’inadeguatezza dei servizi proposti perché le attuali delibere regionali non coprono tutti i servizi previsti dalla normativa Nazionale, come detto, la Telemedicina e le presa in carico dei pazienti con malattie croniche e Fascicolo Sanitario Elettronico.

“È veramente poca cosa il deliberato – spiegano ancora – anche perché non si capisce in cosa consista praticamente e professionalmente per il farmacista l’ipotetico servizio “progetto per favorire la corretta adesione alle terapie farmacologiche per pazienti affetti da diabete (di tipo 1 e 2) e per i pazienti affetti da asma” al posto dei “servizi cognitivi obbligatori di monitoraggio di aderenza alla terapia farmacologica di ipertensione, diabete, BPCO e riconciliazione/ricognizione di tale terapia farmacologica in coerenza con le indicazioni ministeriali” da inserire obbligatoriamente nei cronoprogrammi regionali. Un “surrogato insufficiente” di quello che dovrebbe essere la realizzazione mediante specifico relativo Accordo Regionale di un servizio cognitivo della prevista “effettiva e reale presa in carico di tali pazienti” secondo schemi concordati ben precisi ed il supporto essenziale di sistemi informatici tipo “Dottorfarma-Federfarma” e di un sistema informatico regionale specifico dedicato e collaudato per la corretta gestione dei relativi dati, anche con la effettiva collaborazione e collegamento con i MMG, nonché per tutte le fasi di attuazione del Progetto di formazione alle Farmacie, arruolamento dei pazienti, registrazione informatica dati pazienti e relativi dati terapeutici. “Solo con un buono e fattivo Accordo Sindacale – si augurano in conclusione i Presidenti – si potrebbe sufficientemente e possibilmente correggere, in tempi ormai strettissimi, la sperimentazione dei servizi attivati nel suo complesso realmente e positivamente da quasi tutte le altre Regioni, la cui conclusione è fra l’altro attualmente prevista per il 31/12/2024, termine perentorio entro il quale dovranno essere spesi obbligatoriamente i finanziamenti ministeriali già assegnati per la sperimentazione dei Servizi alla Regione Toscana”, risorse che possono essere impiegate solo ed esclusivamente per le attività sperimentali descritte nelle linee guida adattate dalla Conferenza Stato-Regioni del 2019, cosiddetto ‘Vincolo assoluto di destinazione’.

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Attualità

Tema Vita, mutua di Banca Tema: torna la campagna salute per consentire a tutti l’accesso alla cura

Redazione Foritalynews

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A quattro anni dal lancio della prima campagna salute di Tema Vita, la mutua di cui Banca Tema è socio sostenitore, non solo conferma l’iniziativa anche per il 2024, ma la amplia per rendere sempre più semplice a tutti coloro che ne abbiano bisogno, l’accesso alle cure. Esami di laboratorio, diagnostica, visite specialistiche, cure fisioterapiche e da quest’anno anche certificazioni per sport o altro, allargando inoltre il plafond cui possono accedere i figli minorenni dei soci. La campagna prevede rimborsi variabili tra il 40 e il 50% dell’importo.

Un quadro chiaro della situazione della sanità pubblica italiana emerge dall’ultimo rapporto della Fondazione Gimbe, diffuso nei giorni scorsi, poco prima del G7 della sanità. Dal rapporto risulta che la spesa degli Italiani per sanità privata è aumentata del 10% nell’ultimo anno e che la spesa sanitaria italiana è molto più bassa dal 2012 al 2023 rispetto alla media Ue. La possibilità di fare prevenzione o controlli è, dunque, fondamentale.“In un simile scenario – sottolinea il presidente di Tema Vita Massimo Barbini – il rischio è che si creino disparità sociali nelle possibilità di accesso alla cura e alla prevenzione perché non tutti possono permettersi di pagare di tasca propria, tanto che dal rapporto Gimbe emerge che 4,5 milioni di persone in Italia, di fatto rinuncia alle cure. Con la nostra campagna intendiamo intervenire proprio per evitare sempre più che questo accada, anzi vogliamo semplificare l’accesso alle cure ed è per questo che abbiamo deciso che tutti devono poter accedere ai nostri sconti e rimborsi e chi non è ancora socio può diventarlo contestualmente, ad un costo veramente contenuto. Inoltre è possibile usufruire della prestazione medica sia in centri convenzionati che non, sia pubblici che privati.”

Nel dettaglio, la campagna che ha preso il via il 14 ottobre e sarà valida fino al 16 dicembre 2024, prevede che i soci che aderiranno, potranno usufruire di uno sconto variabile tra il 40 e il 50%: sarà del 40% se la domanda verrà presentata su modello cartaceo; lo sconto sarà invece del 50% se la domanda verrà presentata tramite l’accesso all’area riservata ai soci sul sito web www.temavita.it o sull’App TEMA Vita e tramite il canale BCC Mutuality Service. Nel caso poi di utilizzo di strutture o medici specialisti convenzionati, il risparmio per il Socio può arrivare fino al 60% grazie allo sconto praticato direttamente dalla struttura convenzionata.

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