Cultura
Riflessioni sul populismo in Italia
Sociologi, politologi, psicologi… a ciascuno il suo populismo
Il “populismo” col quale, oggi, viene contraddistinta l’identità dei partiti dell’attuale governo (M5s e Lega) è di varia interpretazione a seconda dei diversi studiosi che cercano di darne una definizione…
Sociologi, politologi, psicologi… a ciascuno il suo populismo
Il “populismo” col quale, oggi, viene contraddistinta l’identità dei partiti dell’attuale governo (M5s e Lega) è di varia interpretazione a seconda dei diversi studiosi che cercano di darne una definizione. La sua accezione è quindi diversa a seconda che lo studioso sia: un sociologo, un politologo, uno psicologo, un economista, un giurista o uno storico.
Berlin afferma che la vischiosità del “populismo” è tale da ridurre le probabilità di individuarne i tratti distintivi. A suo dire, queste sono le ragioni per cui può essere definito un oggetto controverso, e quindi, in prima istanza, la non condivisione tra gli studiosi.
Infatti, i sociologi e i politologi lo hanno contraddistinto come un fenomeno di transizione nello sviluppo delle società, dei regimi e delle istituzioni politiche.
I sociologi ne hanno analizzato le fasi, le modalità, e gli effetti del processo di modernizzazione, ponendo l’attenzione verso la composizione sociale che forma la base di sostegno di cui gode il “populismo”.
I politologi ritengono possa manifestarsi in forme diverse: il tutto, a loro dire, dipende dal tipo di atteggiamento che i populisti esibiscono verso il sistema, dalle componenti simboliche che li orientano, dal regime in cui prende forma, dalla forza di coesione dei partiti che lo formano e dalle dinamiche competitive che si svolgono tra le fazioni della classe politica.
Gli psicologi sociali ritengono il populismo come effetto secondario alla crisi di fiducia nelle istituzioni. Esso, quindi, sarebbe una risposta alle frustrazioni provate dalla collettività.
Gli economisti, invece, ritengono che i populisti si mantengono in vita attraverso l’adozione di criteri di spesa pubblica generosa. La loro politica economica si contraddistingue per un rigido protezionismo, ossia un dirottamento delle risorse dalle esportazioni al consumo interno, nonché per l’adozione di misure redistributive e la promozione dei consumi privati.
Gli storici lo hanno comparato con il nazionalismo. I giuristi, invece, lo hanno relazionato alla democrazia moderna, che da un lato (secondo un’accezione positiva) aumenta la sovranità popolare, e dall’altro (in una accezione negativa) minaccia la stabilità dei governi democratici.
Vi è così un diffondersi del termine populismo sempre meno controllato: prevale, infatti, un uso che ne fa un’etichetta dal contenuto incerto, per descrivere fenomeni (come appunto l’attuale governo) che non presentano i requisiti per essere collocati a pieno in altre categorie. In definitiva, in assenza di una precisazione dal significato generale, l’uso di questa terminologia non elimina l’ambiguità di questo fenomeno.
Lo stesso termine è utilizzato con un’accezione negativa in ambiti extra scientifici, come il linguaggio ordinario o giornalistico.
Il populismo, da un punto di vista storico, è il nome con cui è stato designato, in Occidente, il movimento politico culturale russo, sviluppato nella seconda metà del XIX secolo e durato fino alla rivoluzione. Nel XX secolo il termine fu utilizzato per denominare quei movimenti culturali e politici, o atteggiamenti mentali ed ideologici, caratterizzati dalla credenza dei valori positivi di quell’indifferenziata entità che è il “popolo”.
Esso è il depositario dei valori che rigettano la trasformazione del loro movimento in partito organizzato o democrazia rappresentativa. Questo ha sempre reso le esperienze populiste molto instabili, sia perché il popolo ha emozioni fluttuanti, sia perché i leader difficilmente riescono a mantenersi all’altezza.
Le condizioni che favoriscono la comparsa del fenomeno populista sono quelle tipicamente legate ad epoche di transizione contraddistinte da ansietà collettive. Il perno del fenomeno sono gli aspetti emotivi, anche se poi si differenzia da popolazione a popolazione.
L’epoca del populismo sembrerebbe ormai finita, se non fosse che ad “andare al popolo, a sentire il popolo, a vedere nel popolo la più nobile espressione politica, a cercare ed instaurare con esso un rapporto diretto” sia il sistema dei due partiti di governo attuali.
In Italia questo termine è stato spesso usato con accezione negativa nei confronti del fascismo o del berlusconismo e di vari movimenti affini alla destra, ma anche al centro sinistra.
L’accezione del termine nel senso positivo, come vicinanza al popolo e ai valori, è stata invece rivendicata da Beppe Grillo per il Movimento 5 Stelle.
Quindi, uno dei due rappresentanti di governo ha fatto proprio il termine definendosi un movimento per il popolo; il secondo (la Lega), invece, è nato come partito di rottura, ma sempre legato a Berlusconi, il quale ultimo appare essere poco affine al termine populista.
Allora come mai in Italia ha vinto una coalizione con un partito di destra ed un movimento per il popolo, definiti come “governo populista”? Governo che è mancato in Francia, in Germania, e in altri paesi europei.
La motivazione è complessa. Innanzitutto è economica: l’Italia ha pagato un prezzo più caro degli altri Paesi, ossia un decennio di recessione. I redditi pro capite sono i più bassi mai avuti, e questo ha provocato un terremoto in una società già scossa da mutazioni strutturali, e ha ridisegnato le classi sociali.
Ha fatto irruzione il nuovo proletariato digitale mentre i gruppi, un tempo garantiti, hanno perso le vecchie garanzie e vogliono recuperarle. Grandi fette della popolazione si sentono minacciate: i piccoli imprenditori come i manager delle grandi imprese pubbliche e i grandi banchieri. E questo in un contesto di una burocrazia inamovibile e radicata nei suoi privilegi, di un mercato del lavoro privato in cui emerge che buona parte delle persone non sa fare ciò che vorrebbe l’economia.
Purtroppo, manca l’aggiornamento, la riqualificazione del mondo del lavoro: proprio questo è l’aspetto più debole del Jobs act. In tale scenario i migranti diventano l’incarnazione della guerra tra poveri.
Le ragioni socio economiche sono importanti, ma la debolezza delle Istituzioni, poi, l’ha fatta da padrona. A tutto ciò si sono aggiunti motivi politici, ossia una legge elettorale che ha impedito la formazione di una maggioranza.
Oggi ci troviamo rappresentati da un governo ritenuto populista, che di populista ha solo la tendenza delle classi sociali dirigenti (in particolare quelle economiche) di coccolare, se non proprio alimentare, le forze anti sistema, per poi dopo poterle manipolare.
Per concludere quindi con il termine populismo, in Italia andiamo a definire una rivoluzione dall’alto e non dal popolo e per il popolo: il tempo ci darà modo di capire se sarà nell’interesse della popolazione.
Cultura
Arezzo Fiere e Congressi: al via la ricca collezione autunno-inverno di eventi
“Fino a fine febbraio 2025 Arezzo Fiere e Congressi osserverà ritmo altissimo, scandito da un calendario fitto di eventi tra tradizione e innovazione”. Lo spiega il presidente di Arezzo Fiere e Congressi, Ferrer Vannetti, che – dopo il grande successo di pubblico registrato con l’edizione autunnale di Passioni in Fiera e quella annuale di Agrietour – guiderà l’Ente Fieristico aretino attraverso la fitta serie di appuntamenti che chiuderà quest’anno 2024 e che darà inizio alla stagione 2025.
In questo novembre tanto spazio per i convegni professionali in ambito sanitario. Nel weekend del 15 e 16 novembre infatti si è svolto il Congresso Nazionale Scivac “Quando la decisione è più importante dell’incisione”, nel quale si è parlato di chirurgia attraverso un punto di vista innovativo, con interventi di numerosi speakers di alto livello. “Dal 26 al 29 novembre si svolgerà invece – spiega Vannetti – il 19esimo Forum Risk Management che si intitola ‘Verso un Nuovo Sistema Sanitario, Equo – Solidale – Sostenibile’, un evento che rappresenta da sempre un momento importante della programmazione fieristica aretina e che ospitiamo ogni anno con estremo piacere e con l’attenzione organizzativa che questo appuntamento merita”.
Organizzato da Gutenberg, promosso da Agenas con il patrocinio della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e con il patrocinio dell’Istituto superiore di sanità e della Regione Toscana, il Forum ha infatti l’obiettivo di scrivere la road map della sanità del futuro con la presenza attiva di ministri e assessori alla sanità di moltissime regioni italiane. Tra novembre e dicembre Arezzo fiere e Congressi ospita poi diversi concorsi indetti da Estar, l’Ente di Supporto tecnico amministrativo regionale. Vannetti interviene poi per promuovere un evento nuovo, lo spazio giovani di dicembre, che vedrà l’evento Smart Future Academy in programma venerdì 6 del mese prossimo. “Per la prima volta – illustra appunto il Presidente – alla Fiera di Arezzo si terrà l’evento rivolto ai giovani, dagli studenti delle scuole medie e superiori fino ai diplomati, laureandi e laureati, ha come obiettivo quello di aiutarli a rispondere alla domanda ‘Cosa Vuoi Fare Da Grande’ che prevede attività cosiddette ispirazionali, con la partecipazione di autorevoli speaker e workshop e attività esperienziali di orientamento per realizzare il matching tra giovani, aziende ed enti di formazione”.
Altro appuntamento fondamentale prima della fine dell’anno, il 5 e 6 dicembre: Arezzo Fiere ospiterà la manifestazione dedicata ai protagonisti dell’oreficeria e gioielleria italiane organizzata da Ieg – Italian Exhibition Group. “Il Summit del Gioiello Italiano – approfondisce Vannetti – per questa quarta edizione amplia il suo format e nella prima giornata si svolgerà il vertice strategico dedicato ai protagonisti dell’oreficeria e della gioielleria italiane con il confronto tra gli stakeholder nazionali e territoriali per esplorare sfide e opportunità del comparto”, mentre nella seconda prenderà il via la parte dedicata all’orientamento e al matching tra giovani, aziende ed enti di formazione organizzato da Smart Future Academy.
Il Calendario 2025 si aprirà poi con la ventisettesima edizione del Salone veicoli da collezione in programma l’11 e 12 gennaio 2025. Nei diversi padiglioni e nelle aree esterne si potranno ammirare ma anche scambiare/acquistare auto e moto storiche, ricambi e accessori. Spazio anche all’editoria specializzata, all’automobilia e al modellismo.
L’1 e 2 Febbraio la Fiera ospiterà invece la prima edizione assoluta dell’Arezzo Mineral Show. Vasta esposizione di minerali da collezione, fossili, pietre lavorate e creazioni di gioielli con pietre naturali. Un’occasione unica per collezionisti, appassionati e curiosi per immergersi nel mondo dei minerali. Tornano poi protagonisti gli studenti con Campus – Salone Dello Studente in programma il 5 e 6 febbraio. Occasione unica per conoscere tutti i percorsi post-diploma esistenti e quelli che stanno per essere attivati, dai corsi di laurea delle università, delle accademie e degli Its agli istituti tecnici superiori post-diploma e professionalizzanti. Si potranno inoltre simulare i test di ammissione delle facoltà a numero chiuso, valutare le proprie soft skill e soprattutto confrontarsi con professionisti, professori e psicologi dell’orientamento per una scelta così importante fatta consapevolmente.
Il 15 e 16 febbraio il ritorno del grande Mercato Delle Pulci che prevede la partecipazione di oltre 600 espositori, tra svuota soffitte e svuota armadi, collezionisti, hobbisti e professionisti vintage, handmade, sbaracco negozi, antiquariato e collezionismo per due giornate all’insegna del riuso con ristoro, con spazio bimbi e relax.Chiude il mese di febbraio l’atteso e collaudato appuntamento con Esotika Pet Show. Il Salone nazionale degli animali esotici e da compagnia in programma il 22 e 23 febbraio con un ricco calendario di eventi, anche didattici, per ogni settore della manifestazione con la consueta mostra scambio animali da compagnia, fattorie didattiche e molto altro ancora.
Cultura
Ildegarda, esempio storico e attualissimo di donna d’eccezione
Serata culturale di alto livello organizzata dall’Inner Whell con la relazione del prof. Dioni
Davvero una serata bella e coinvolgente quella organizzata dall’Inner Wheel Arezzo lo scorso martedì pomeriggio presso il Circolo Artistico di Arezzo, dove una folta e attenta platea di socie e ospiti ha potuto ascoltare una relazione d’eccezione. Dopo il saluto e l’introduzione alla serata da parte della presidente del club service aretino, Laura Agnolucci, è infatti arrivato il momento dell’interessante e approfondita relazione di Gianluca Dioni, professore associato di Filosofia Politica presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Napoli “Federico II”.
Il docente ha approfondito la figura di una donna speciale, che ha ovviamente affascinato moltissimo le socie dell’Inner Wheel Arezzo, vista la loro vocazione alla piena valorizzazione della donna e del suo ruolo sempre più decisivo nella nostra società.Protagonista della serata è stata infatti Ildegarda di Bingen – il nome significa protettrice delle battaglie – di nobile famiglia, che visse in maniera intensa e appieno il XII secolo (1098-1179). Ildegarda fu una sorta di femminista ante litteram poi fatta Santa e rappresenta una figura femminile complessa ed affascinante, soprattutto per la forza del carattere, “che la portò, in contrasto con l’ideale monastico del tempo, ad aprirsi al mondo – come ha spiegato approfonditamente il prof. Dioni – e ad occuparsi di teologia, musica, medicina e scienze naturali”.
Cultura
Cortale: gemma sui due mari tra il Golfo di S. Eufemia e quello di Squillace
Magnifiche nicchie di storica italica bellezza. Cortale è una di queste: è un paese situato nella parte più stretta della Calabria, su una collina che domina vaste pianure e suggestive vallate, con una bellissima vista aperta sui due mari, tra il Golfo di S. Eufemia e quello di Squillace.
Il centro storico, nonostante il terremoto del 1783 e quello del 1905, ancora oggi è testimonianza del passato e l’antica atmosfera può essere assaporata passeggiando tra i vicoletti sovrastati da tunnel in pietra tufacea del posto o risalendo le gradinate che caratterizzano il pittoresco borgo. La storia di Cortale lunga quasi mille anni, ebbe inizio quando alcuni monaci, seguaci di San Basilio, si stanziarono intorno al 1070 nel “declivo del Carrà”, territorio molto fertile e ricco di sorgenti d’acqua e qui fondarono il Monastero dei SS. Anargiri Cosma e Damiano. L’Abbazia dei monaci Basiliani costituì il nucleo dell’origine del paese. Nel corso degli anni Cortale divenne uno dei ‘casali’ del feudo di Maida che dal 1272 al 1331 appartenne alla famiglia dei San Licet e poi a diverse casate. Nel 1795 passò ai Ruffo di San Lucido fino al 1806, anno in cui fu abolita la feudalità dalle leggi napoleoniche. Con l’istituzione dei Comuni Cortale divenne capoluogo del Circondario comprendente Jacurso, Vena e Caraffa.
Cortale è definito il paesino del dialogo dove ci sono ancora persone che parlano e si incontrano nella famosa piazza chiamata le villette: si può definire un raro paesino calabrese dove esiste una pasticceria con dolci speciali un locale di ritrovo del mitico Michele e una serie di viuzze con case stile Amarcord. Ma non tutto è fermo alla storia: dalla provincia di Catanzaro arriva un nuovo Presidio Slow Food: i fagioli di Cortale. Anzi, in un certo senso ne arrivano cinque, perché tanti sono gli ecotipi di questo legume interessati dal progetto. Parlando di fagiolo cortalese, infatti, intendiamo cinque diverse varietà: la reginella bianca, detta “ammalatèddha”, la reginella gialla, la cannellina bianca – o rognonella per la forma simile a un rene – la cocò gialla, nota anche come “limunìdu” e la cocò bianca. Ottima quindi la pasta e fagioli, insieme al peperoncino di Soverato.
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